copertina di Madres paralelas
10 luglio 2022, 21:45 @ Arena Puccini

Madres paralelas

(Spagna/2021) di Pedro Almodóvar (120')

Regia: Pedro Almodóvar
Interpreti: Penélope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón, Rossy De Palma, Israel Elejalde
Origine e produzione: Spagna / Agustín Almodóvar, El Deseo
Durata: 123’ 

Due donne, Janis e Ana, condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Janis è una fotografa affermata, Ana un'adolescente intimorita. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.

  • Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile a Penélope Cruz alla Mostra del cinema di Venezia 2021.

“Un melodramma nella Spagna ricca del lusso e delle belle case borghesi, lungo i rispecchiamenti – come suggerisce il titolo – di una linea femminile in cui maschi sono fuoricampo, violenti, prevaricatori, ignoti, o forse solo svagati. […] I frammenti di questo universo, come sempre nel regista spagnolo legato alla realtà e insieme nell’assoluto letterario, si sfiorano costantemente dentro alla verità che Janis è la sola a conoscere e rispetto alla quale però predilige la rimozione: a fronte di questa sua scelta gli altri vivono nell’indifferenza provocata dal suo silenzio, nelle certezze quotidiane che ignorare le cose permettono, ciascuno adagiato nel proprio mondo.
Ci sono molti temi che si stratificano nel film, quasi che Almodóvar abbia voluto comporre una sorta di summa in cui si incastrano le figure ricorrenti della sua poetica nel corso degli anni, seguendo uno strano “detour” che lo porta invece che a scompigliare a mettere in ordine, a trovare una casella per amori, genitorialità, desideri, amicizia, relazioni grazie al presente che finalmente si accorda al passato e gli dà voce: la Spagna di oggi che ignora tutto, come la giovane Ana la cui «filosofia» indotta dal padre (probabilmente di famiglia fascista come lui) è «guardare al futuro», e quella di ieri col suo bagaglio pesante di guerra civile e dunque del franchismo che trova una parola. […] In questo senso i personaggi di Madres Paralelas sono degli archetipi, incarnano il femminile e le sue declinazioni – le violenze subite in nome di patriarcato, il gender – ma anche la Spagna della colonizzazione e dei massacri contro gli indios e insieme i valori intimi che riguardano affetti, aspettative, fragilità nel vissuto di ciascuno.”

Cristina Piccino, “Il Manifesto”

“Negoziare con il proprio corpo, per Almodóvar, non è mai stato semplicemente un affare privato. Si è sempre trattato di un patteggiamento anche pubblico […]. Nel cinema di Almodóvar la persona, fatta di carne e di pensiero, di pelle e di fantasia, è una condizione storica. Cambiare, cambiarsi, e, nel più fortunato dei casi, migliorare, non significa soltanto prendere le misure di sé e riregistrarsi: significa fare i conti con il presente che vuol dire quindi fare i conti con il passato che implica naturalmente ipotecare il (proprio) futuro. L’io almodovariano non è mai stato un io singolo, bensì un io di gruppo e di idee comuni, di genere e di minoranza, di sguardo e di sentire collettivi. […] Madres paralelas crede che il sé possa trovare compimento e soluzione unicamente in parallelo alla Storia. Chiarita, svelata, definita quest’ultima, anche la persona, finalmente, si precisa. È possibile dunque crescere, maturare, diventare migliori? Almodóvar non vede perché no.”

Pier Maria Bocchi, “FilmTV”