copertina di La vita accanto
19 agosto 2024, 21:30 @ Arena Puccini

La vita accanto

(Italia/2024) di Marco Tullio Giordana (112')

 

Prima visione - Incontro con Marco Tullio Giordana e il produttore Simone Gattoni

Tra gli anni Ottanta e il Duemila, un’influente famiglia vicentina composta da Maria, dal marito Osvaldo e dalla gemella di quest’ultimo, Erminia, affermata pianista viene sconvolta da un evento imprevedibile. Maria mette al mondo Rebecca. La neonata, per il resto normalissima e di grande bellezza, presenta un vistosa macchia purpurea che le segna metà del viso. Quella macchia che niente può cancellare e rende i genitori impotenti e infelici, diventa per Maria un’ossessione tale da precipitarla nel rifiuto delle sue responsabilità di madre. L’intera adolescenza di Rebecca sarà segnata dalla vergogna e dal desiderio di nascondersi dagli altri. Ma fin da piccola rivela straordinarie capacità musicali. La zia Erminia riconosce il suo talento: Rebecca diventa sua allieva e il bisogno di cancellare la “macchia” la spingerà ad affermarsi attraverso la musica.

“La vita accanto è un  progetto lungamente accarezzato da Marco Bellocchio, autore della prima sceneggiatura con Gloria Malatesta, poi proposto dallo stesso Bellocchio a Giordana.
La piccola Rebecca si sveglia di soprassalto. La mamma è in bilico sul cornicione, da un momento all’altro potrebbe cadere giù. È un sogno, un ricordo, una fantasia, una premonizione? Sul viso di quella ragazzina con gli occhi da adulta intravediamo qualcosa che la deturpa, ma è un attimo. “Stop! Buona, andiamo avanti, non vi preoccupate, è un’inquadratura unica, non c’è raccordo”. Marco Tullio Giordana non è regista da battere 20 ciak. Siamo sul set di La vita accanto, il film tratto dal romanzo omonimo di Maria Pia Veladiano che il regista de La meglio gioventù sta girando in queste settimane a Vicenza e dintorni.
Senza inutili perfezionismi, perché a forza di ripetere la scena, teorizza Giordana, “gli attori si svuotano, diventa un fatto meccanico, le prime riprese sono sempre le migliori”. E poi la giornata è lunga. La piccola Rebecca, che a quest’età ha il volto e la bravura inquietanti di Sara Ciocca, deve girare molte altre scene prima di sera.
Vecchia storia. I registi amano evocare Zen e forze magiche. Noi preferiamo credere alle buone idee, cioè alle idee verificate a fondo e al lavoro ben fatto. Come quello che traspare dal diario segreto di Maria, la madre di Rebecca. Un quaderno istoriato di magnifici disegni eseguiti dallo stesso Bellocchio, come sua abitudine, sulla sceneggiatura originaria del film, che Giordana ha trasformato, aggiungendovi testi e citazioni di suo pugno, nel Diario della madre di Rebecca. Non per farne un oggetto di scena, nel film il Diario quasi non si vede, ma per dare all’interprete, Valentina Bellè, una storia, un passato, una profondità su cui lavorare. Un po’ come faceva Alain Resnais, ma certo non solo lui, che chiedeva sempre ai suoi sceneggiatori le biografie complete di tutti i personaggi, anche di contorno.
Dettaglio decisivo: gli stenogrammi psichici di Bellocchio invece nel film appariranno eccome, ma animati, rivelando sentimenti e pulsioni segrete, un po’ come succede con i disegni satirici d’epoca in Rapito.”

Fabio Ferzetti, The Hollywood Reporter Roma