La sala professori
(Das Lehrerzimmer, Germania/2023) di İlker Çatak (98')
Carla Nowak è una giovane e promettente insegnante al suo primo incarico. Tutto sembra andare bene, fino a quando una serie di piccoli furti all’interno della scuola mette in subbuglio l’istituto. Quando i sospetti cadono su uno dei suoi studenti, Carla decide di andare a indagare personalmente, scatenando una serie inarrestabile di reazioni a catena.
“Sorretto ottimamente dalla prova di Leonie Benesch, il film sa mettere in evidenza le tante tensioni che si intrecciano intorno ai temi dell’educazione e dell’insegnamento, dallo scontro tra tolleranza e disciplina, alle ipocrisie degli adulti e alle “crudeltà” dei ragazzi per finire con la convinzione che ognuno possieda una “sua” verità.”
Paolo Mereghetti, iO Donna
“Il finale di La Sala Professori ha una statura epica che vale la visione.
Questo film mescola la meridionalità della tragedia greca al nordico rigore tedesco attraverso il portato personale del regista İlker Çatak.
Egli sceglie il formato quadrato per stare addosso alle emozioni, toglie gli elementi di contorno, salvo per qualche inquadratura alle poche geometrie “vezzose” di edifici funzionali degli anni Sessanta. E gira tutto in interni, tra scalinate, corridoi di passaggio, scaffali e banchi. La macchina da presa è ferma, ma tesa a cogliere le emozioni di Carla, dei ragazzi e di un allievo in particolare, Oskar, costretto, suo malgrado, a condividere il trofeo di capro espiatorio con la professoressa odiata. Molto è appoggiato sull’interpretazione di Leonie Benesch, mobilissima nel viso nel rappresentare entusiasmi e ansie, cercando di trattenerli all’interno del carapace costruito per difendersi dalla società che vorrebbe migliorare. Çatak partecipa dei pensieri di Carla, ma poi, sempre tramite la soggettiva di lei, concede un’attenuante al corpo docente, cui è toccato in sorte il compito di reggere lo scudo delle mutazioni sociali con uno stipendio inadeguato, una preparazione fatta sul campo, ad intuito, con le buone e con le cattive, verso una generazione che capta i segnali confusi di un mondo troppo veloce.
La scuola è un’eccellente cartina di tornasole per testare la salute della nostra contemporaneità. Chapeau, il film resta e fa pensare.”
Cristina Battocletti, Il Sole 24 ORE