copertina di La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
26 luglio 2022, 21:45 @ Arena Puccini

La fiera delle illusioni – Nightmare Alley

(Nightmare Alley, USA/2021) di Guillermo Del Toro (150')

Regia: Guillermo del Toro Interpreti: Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman, David Strathairn Origine e produzione: USA, Messico / Guillermo del Toro, Bradley Cooper, J. Miles Dale, Double Dare You, Searchlight Pictures Durata: 150

Il giovane e ambizioso giostraio Stanton 'Stan' Carlisle ha la straordinaria capacità di manipolare le persone ricorrendo all'uso di poche parole ben scelte. La sua esistenza avrà una svolta inaspettata quando incontrerà la psichiatra Lilith Ritter, ancor più pericolosa e affamata di denaro di lui.

“Del Toro rianima il testo di William Lindsay Gresham, già portato sul grande schermo da Edmund Goulding: la storia di un uomo (Stanton: Bradley Cooper) che, mentre comincia la Seconda guerra mondiale, seppellisce il corpo di un padre, nasconde il proprio passato in un buco del cuore, e finisce in un circo. Tra i mostri. In mostra. Così scopre come servirsi del desiderio del pubblico: impara il mentalismo e osa lo spiritismo, sa che ogni uomo non riesce a nascondere quel che cerca, ed è per questo che è facile fingere di trovarlo per lui: evocare un figlio defunto, un fratello scomparso, a partire dai segni che chi resta porta con sé. Studiare lo spettatore, costruire la scena a sua misura, coordinare gli spettri, produrre merce dai buchi del cuore. È su questo che Del Toro mette l’accento della tragedia nerissima di Stanton, il protagonista: il suo raccogliere dati - come Sherlock? Meglio: come un algoritmo - il suo mettere in scena per soddisfare quel che il pubblico vuole, il suo negarsi al dubbio, al cruccio morale, il suo sfruttare avidissimo. Un prometeismo (ma anche una questione politica, perché è così che pensano il cinema, pardon: i contenuti, le piattaforme) che Del Toro bacchetta con le traiettorie impietose e morali del noir, usando come tramite una femme fatale che non punisce per soldi, e dunque nessuno, in questo piccolo mondo meschino, capisce perché […]. In confronto al film del 1947 la sua fiera delle illusioni è bigger, longer e uncut, filologica nei confronti del genere ma ricoperta d’oro per giocare con l’aura del tempo che fu e per gioire del cast, abitata da star dietro ogni freak, da un grande attore in ogni ruolo minuscolo.”

Giulio Sangiorgio, “FilmTV”

“Personaggio emblematico dell’America della Depressione, l’uomo «senza passato», Stan si trova subito a suo agio nella tribù nomade e marginalizzata. […] La truffa del suo spiritismo da carrozzone incrocia quella più scientifica di una psicologa (Cate Blanchett, dark lady con look da Veronica Lake), che nonostante l’apparenza sofisticata, è bassamente avida come lui. Non c’è redenzione per nessuno in Nightmare Alley, un film di fattura bellissima, e visibilmente ricca, che porta in sé una spietatezza originale che non ha nulla di postmoderno. È quella pulsione di cinema (e non da omaggio al cinema) che Scorsese – come Stan quando arriva al circo – ha riconosciuto nel film: «Guillermo parla alla sua contemporaneità, nell’idioma di un tempo andato; e l’urgenza e la disperazione dell’allora si sovrappongono a quelle dell’oggi, in modo molto disturbante. (Nightmare Alley) È come un campanello d’allarme. Che disturba ma anche esalta. Come può fare l’arte».”

Giulia D'Agnolo Vallan, “Il Manifesto”