Impermanenza
la mostra fotografica di Mujo inaugura lo Spazio Arte del Teatro Navile
Orari di apertura:
venerdì 18, sabato 19, domenica 20 ottobre dalle ore 17 alle 20
Venerdì 18 ottobre 2024, dalle ore 17 alle 20, Paolo Pompei, in arte Mujo, presenta la sua prima mostra fotografica inaugurando la nuova stagione dello Spazio Arte del Teatro del Navile.
“C'è un'espressione in giapponese, Mujo. Mujo - scrive Paolo Pompei - significa che nella vita non c'è nulla che rimanga uguale a sé stesso. Tutte le cose di questo mondo sono destinate a finire; tutto cambia continuamente. Non c’è nulla di permanente e stabile. Non troveremo mai nulla di cui fidarci che prima o poi non cambierà o cesserà. Da questa prospettiva qualunque sforzo umano contro le forze del tempo potrebbe sembrare vano, ma è proprio dinanzi a questa forma di rassegnazione che possiamo osservarne la bellezza. Le lucciole in estate, il profumo della primavera, la caduta delle foglie in autunno hanno una loro specifica ragione di esistere ma la loro squisita bellezza svanisce in pochi istanti. Saper riconoscere l'apice di questi preziosi momenti è la metafora della breve ed incerta vita umana. Tutto ciò che esiste, esiste solo qui ed ora.”
Paolo Pompei, nasce il 29 Febbraio del 1988 nelle Marche, studia psicologia all’Università La Sapienza di Roma e musica al Saint Louis music College, la sua passione per la fotografia arriva insieme all'amore per una fotomodella e si trasferisce a Bologna dove una serie di avvenimenti puramente casuali lo spingono ad avvicinarsi alla sua prima mirrorless. Durante la pandemia inizia a realizzare i suoi primi scatti, studiando tutti i giorni con noti fotografi italiani, imparando tutto ciò che riguarda la tecnica, le regole ed il mondo della luce. Ben presto sente l'esigenza di trovare una identità diversa da quella proposta sui social network, affascinato dall’idea di nuotare controcorrente in un mondo digitalizzato.
Stampa le sue foto su grandi tele per renderle tangibili, come facevano i pittori di una volta. Trascorrere ore a studiare specifici schemi di luce ed utilizzare il linguaggio delle immagini per risvegliare emozioni negli occhi dello spettatore diventa il pensiero portante della sua produzione.