Il cimitero delle macchine

Sergio La Chiusa presenta Il cimitero delle macchine (Miraggi edizioni) interviene Luigia Bencivenga

Ospite della libreria è Sergio La Chiusa, che con il suo Il cimitero delle macchine ha ottenuto un paio di settimane fa la candidatura per il prossimo  Premio Strega. Per presentarlo ci serviamo delle parole di Salvatore Lupo che lo ha proposto, perché bene esprimono tutte le meraviglie di senso e forma che questo romanzo rappresenta. 

«Il romanzo di Sergio La Chiusa è un potente atto d’amore nei confronti della scrittura come interpretazione del mondo, oggetto da modellare secondo le curve di un monologo interiore, flusso di una coscienza definitivamente smarrita. Protagonista della storia è un personaggio che si fa chiamare Ulisse (nome che strizza l’occhio all’altro Ulisse che aveva inaugurato il Novecento percorrendo le strade di Dublino) e veste i panni di un io vagabondo alla cui voce l’autore affida il racconto di una disincantata postmodernità. Siamo in un’epoca indefinibile e la città di Milano, un tempo frenetica e produttiva capitale morale del Paese, ha perduto l’immagine scintillante della moda per riscoprirsi simile a un immenso cantiere in cui non si costruisce più niente e dove si può solo incontrare la disperazione degli ultimi, i poveri, gli invisibili, i rimossi, quelli che sperimentano il risveglio di un’alba senza futuro. L’approccio apocalittico, la prosa labirintica e canzonatoria, la materia narrata fanno di questo libro un romanzo originale, controverso, corrosivo, disperatamente profetico.»