Cultura Bologna
copertina di Il caftano blu
22 agosto 2023, 21:30 @ Arena Puccini

Il caftano blu

(Francia/2022) di Maryam Touzani (123') | Arena Puccini 2023

Regia: Maryam Touzani
Interpreti: Saleh Bakri, Lubna Azabal, Ayoub Missioui
Origine e produzione: Francia, Marocco, Belgio, Danimarca / Nabil Ayouch, Les Films du Nouveau Monde, Ali n' Productions, Velvet Films, Snowglobe Films
Durata: 122’

Halim e Mina gestiscono un negozio di caftani tradizionali in una delle medine più antiche del Marocco. I due assumono un giovane di talento come apprendista, ma il suo arrivo mina l'equilibrio della coppia.

  • Premio Fipresci al Festival di Cannes 2022 nella sezione Un certain regard
  • Premio del pubblico al Vancouver International Film Festival 2022

“È un cinema materico quello di Maryam Touzani che presenta Le bleu du Caftan alla 75° del festival di Cannes per Un certain regard.
Mina (Lubna Azabal) e suo marito Halim (Saleh Bakri) hanno un negozio di caftani nella Medina di Salé, in Marocco. Mina gestisce il negozio e le vendite, Halim è un maleem, un artigiano che confeziona gli abiti. I due sono sposati da 25 anni, Mina inoltre è gravemente malata. In negozio arriva un nuovo assistente, il giovane Youseff (Ayoub Missioui), che con il suo carattere mite e la sua passione nell’apprendimento attira subito l’attenzione di Halim, svelando i segreti nascosti di questa coppia.
Touzani entra nell’intimità dei rapporti sempre con delicatezza, intrecciando le storie dei tre personaggi con la stessa cura e attenzione con cui Halim intreccia i fili dorati del caftano blu che sta confezionando per una ricca cliente. L’immagine narra costantemente le superfici: il blu delicato del caftan, le stoffe del negozio, le venature dei legni, le fibre dei mandarini, i polpastrelli delle mani, le grinze della pelle dei corpi. La fotografia dipinge degli splendidi quadri giallo-arancio, restituendo una luce sempre calda, accogliente, nonostante la malattia della protagonista avanzi sempre più, inquadratura dopo inquadratura. Colore e superficie si fondono e la luce, attentamente studiata, dipinge i corpi, come nei quadri fiamminghi.”

Brunella De Cola, Sentieri Selvaggi