evǝ
martedì 19 e mercoledì 20 dicembre, ore 21
“Salve uomini, salve donne. E chi di voi non è né signora né signore, e né uomo né donna. Ma come me. Forse qualcosa nel mezzo o forse qualcosa che ha un po’ dell’uno e un po’ dell’altra o un qualcosa o un chi non è stato ancora pensato o immaginato…”
“Ragazze e donne picchiate e perseguitate nella loro vita dai maschi, perché rappresentano qualcosa o qualcuno che il maschio cerca di dimenticare. Il maschio che cerca di reprimere e dimenticare la donna, che cerca di reprimere e dimenticare la donna che è dentro di lui”
In origine Dio creò l’uomo, poi anche la donna da una sua costola, ma solo come un ripiego, solo perché Adamo non aveva trovato l’animale giusto con cui passare il tempo. Così sta scritto nella Genesi, e così è rimasto nelle società improntate al patriarcato e al sessismo, fino a oggi. Lo ricorda Jo Clifford nel graffiante “evǝ”, che porta in scena i racconti, di volta in volta comici, caustici, drammatici, fantasiosi, di persone che non si vogliono identificare in quella storia biblica di subalternità e rigida divisione binaria, perché sono donne, uomini, e anche qualcosa in mezzo. Andrea Adriatico ritorna a indagare sui temi di genere con una compagnia di tantǝ “evǝ” che moltiplicano l’originario monologo in un coro di identità e fluidità.
Jo Clifford è padre e, dopo la transizione, nonna orgogliosa. Drammaturga e performer inglese, di base a Edimburgo, ha scritto oltre cento opere teatrali, e le è stato assegnato il premio Olwen Wymark. Tra le sue opere, il controverso “The Gospel According to Jesus, Queen of Heaven”. “God’s New Frock”, titolo originale di “evǝ”, è stato scritto nel 2002 e presentato in Italia nel 2007 all’interno di Intercity Festival.
di Jo Clifford
traduzione di Stefano Casi
riflessǝ in Andrea Adriatico
con Eva Robin’s, Patrizia Bernardi, Rose Freeman
e Anas Arqawi, Met Decay, Saverio Peschechera
scene e costumi Andrea Barberini, Giovanni Santecchia
tecnica Lorenzo Fedi
cura Saverio Peschechera
produzione Teatri di Vita
con il contributo di Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, Ministero della Cultura