Una storia che conoscono tutti. Forse. In origine Dio creò l’uomo, poi anche la donna da una sua costola, ma solo come un ripiego, perché Adamo non aveva trovato l’animale giusto con cui passare il tempo. Così è scritto nella Genesi e così è rimasto nelle società improntate al patriarcato e al sessismo, fino a oggi: prima l’uomo, poi la donna, e nient’altro, perché in questa storia non è stato previsto chi sta nel mezzo, o ha un po’ dell’uno e un po’ dell’altra. Andrea Adriatico si confronta con le tematiche di genere e con le fluidità di storie e identità, umane e teatrali, con il racconto ‘oltraggioso’ di chi rilegge il testo sacro fondativo della società occidentale come l’affermazione della superiorità del maschio sulla femmina, e propone un’altra lettura. E se Dio, nel segreto del suo armadio, nascondesse vestiti femminili? Il testo, dal titolo originale God’s new frock, è di Jo Clifford, drammaturga e performer inglese di base a Edimburgo, autrice di oltre cento opere teatrali, tra cui il controverso The gospel according to Jesus, queen of Heaven. In scena una compagnia di tantǝ “evǝ” che moltiplicano l’originario monologo in un coro di identità e fluidità: Eva Robin’s, icona del transgender; Rose Freeman, perfomer-regista di Philadelphia (Usa); Patrizia Bernardi, attrice storica di Teatri di Vita; Anas Arqawi, attore palestinese; Met Decay, danzatore e performer; Saverio Peschechera, attore e produttore.
riflessǝ in Andrea Adriatico
di Jo Clifford
traduzione di Stefano Casi
con Eva Robin’s, Patrizia Bernardi, Rose Freeman
e Anas Arqawi, Met Decay, Saverio Peschechera
scene e costumi di Andrea Barberini e Giovanni Santecchia
cura di Saverio Peschechera
visual Filippo Partesotti
tecnica Lorenzo Fedi
produzione Teatri di Vita
con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura
in accordo con Arcadia & Ricono ltd
per gentile concessione di Alan Brodie representation limited