Lo spettacolo è incentrato sulle lettere d'amore scritte da Edith Piaf al suo amante tra il 1951 e il 1952 in cui mette a nudo la sua anima cercando la via per la felicità ritrovandosi spesso in fondo ad un abisso. Alle lettere, scritte nei camerini dei teatri, camere d’albergo, o nei giorni di pausa dei concerti che rappresentano la dimensione privata di Piaf, si aggiungono le canzoni che in quello stesso periodo cantava e che arrivano al pubblico come un eco lontano della sua vita pubblica.
Con Cristina Coltelli e Simona Sagone, voci e Fabrizio Milani, pianoforte.
A cura dell’ Associazione Culturale Youkali APS
“Quando per la prima volta, molti anni fa, ho pensato di immaginare uno spettacolo che raccontasse la Piaf mi era chiara una cosa: bisognava farlo attraverso le sue canzoni. Subito dopo però veniva la domanda: che senso ha rifare delle canzoni che si possono tranquillamente ascoltare da casa cantate dall'interprete originale? La risposta è nel senso stesso che Edith dava al suo cantare: il farlo dal vivo, insieme, come si fa la vita, come si fa l'amore. Le canzoni di Edith sono quasi tutte dei piccoli atti unici, da far vibrare fino alla fine. Come attrice, prima di tutto, il mio approccio è stato di pancia… seguendo un'espressione francese che Maurice Chevalier usò per definire Edith la prima volta che la sentì cantare: "Elle a du ventre!" (Cristina Coltelli)
In caso di pioggia lo spettacolo è rimandato al 14 settembre
Libri al femminile in collaborazione con Libreria Trame