Cultura Bologna
copertina di Dieci minuti
7 luglio 2024, 21:45 @ Arena Puccini

Dieci minuti

(Italia/2024) di Maria Sole Tognazzi (102')

Quando Niccolò lascia la moglie Bianca, dopo 18 anni di matrimonio, lei cade dalle nuvole: non si era accorta di nulla, né dell’infelicità del suo compagno di vita, né della sua relazione con un’altra donna. Da quel momento Bianca precipita in uno stato depressivo dal quale cerca di tirarla fuori una psicologa burbera dal cognome importante (si chiama Braibanti, come la vittima di un agghiacciante caso giudiziario), intenta a riportare la sua paziente ad un metro di realtà.

“E, nel mostrarsi più debole proprio quando ci si espone, si riesce a costruire una nuova corazza. Una che permetta di presentarsi nel mondo, non di temerlo. Che non faccia restare ciò che si ha intorno statico, bensì pronto ad accogliere l’imprevisto, le sfumature.
Nel riportarlo, Dieci minuti attinge dal dolore di una donna che è stata cieca, che ha sbagliato anche lei, e che non è riuscita a sopportare il peso delle sue mancanze. Ma le ha poi restituito una scintilla, seppur piccola, da cui poter ripartire.
C’è una gravità per tutto il film attraverso la quale Maria Sole Tognazzi conduce la sua protagonista nelle svolte di una storia non propriamente lineare. Che scambia i momenti, sposta e divaga, fa lunghe digressioni andando avanti e indietro nel tempo, restituendo più un quadro dello stato d’animo di Bianca che di una struttura narrativa canonica. Tutto in un blu che è nei costumi, nella scenografia, negli ambienti della pellicola. È la trasposizione visiva della tristezza e della malinconia, della depressione della donna. Ma diventerà anche la sua calma e stabilità. Il mare in cui bagnarsi e rigenerarsi.
Una trovata che permette al racconto e alla regia di restituire il peso drammatico del film, il mondo interiore della protagonista, diventando un’opera più di sentimento, facendone il centro di Dieci minuti, e non il reportage di una donna che, forse, riuscirà a ritrovare se stessa.
È un diario segreto, un ritratto personale. È la storia di un essere umano che cerca il proprio posto dopo averlo perso.”

Martina Barone, The Hollywood Reporter Roma