Cultura Bologna
copertina di C’è ancora domani
20 luglio 2024, 21:45 @ Arena Puccini

C’è ancora domani

(Italia/2023) di Paola Cortellesi (118')


Ambientato nel secondo dopoguerra, la protagonista è Delia, donna che raggiunge un'autocoscienza dopo gli abusi subiti.

  • David di Donatello 2024 a Paola Cortellesi per miglior regista esordiente;
  • David di Donatello 2024 a Paola Cortellesi per miglior attrice protagonista;
  • David di Donatello 2024 a Emanuela Fanelli per miglior attrice non protagonista;
  • David di Donatello 2024 a Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi per migliore sceneggiatura originale; David dello Spettatore e David Giovani.

“Esordio alla regia di Paola Cortellesi, è un viaggio nel tempo con biglietto di andata e ritorno. La storia ci porta nel 1948, a Roma: la guerra è finita, la città è libera da due anni, ma nelle strade c'è ancora la "military pace" americana e nelle case, c'è tanta povertà e soprattutto, tanto fascismo sepolto, magari inconscio. Delia è una donna sposata, vive con il marito Ivano, il suocero e tre figli. Sia il consorte e sia il suocero sono maschi tossici e orrendi che ragionano solo con la violenza. Tutt'intorno, c'è chi si è arricchito con la borsa nera e chi continua a far la fame come ai tempi dell'occupazione tedesca. Ma il futuro - il "domani" del titolo - promette una cosa bellissima: il 2 giugno, al referendum monarchia vs repubblica, voteranno per la prima volta, le donne. Delia e tutte le sue amiche del quartiere non vedono l'ora... Il viaggio nel tempo si nasconde anche nello stile: C'è ancora domani è in bianco e nero e rende omaggio al capolavori del Neorealismo; si, anche a quelli del cosiddetto ''Neorealismo rosa" (da L'onorevole Angelina a Pane, amore e fantasia) perché Paola Cortellesi tiene miracolosa-mente in equilibrio lacrime e risate, dramma e commedia. Ma poi c'è il ritorno all'oggi, i temi della violenza domestica, dell'emancipazione femminile e delle differenze di classe che sono cruciali, oggi, come nel 1946. Film quasi miracoloso, grazie anche alle interpretazioni - oltre che della regista-protagonista - di Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli, Emanuela Fanelli e tutto il resto di un cast perfettamente scelto e diretto.”

Alberto Crespi, La Repubblica

“Cortellesi ha preferito concentrarsi sulla formazione autodidatta di una donna che, riflettendo sulle proprie esperienze, giunge a quella che si potrebbe definire autocoscienza. Pensieri, quelli di Delia, che talvolta sono espressi in modo più didascalico che ingenuo, con l’esito di sottrarre pathos a una storia che con equilibrio sa offrire variazioni di temi e generi. Tra coreografie, drammi, scene violente, amori sfumati, amicizie sincere, una volta di più, sono le parti della commedia umana a tratteggiare in modo più efficace un’umanità che in ogni epoca è chiamata domani a essere migliore di ieri.”

Mazzino Montinari, Il Manifesto

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