Back to Black
(Regno Unito-USA/2024) di Sam Taylor-Johnson (122')
La vita e la musica di Amy Winehouse, attraverso il viaggio dall'adolescenza all'età adulta e la creazione di uno degli album più venduti del nostro tempo.
"Voglio che la gente senta la mia voce e dimentichi i suoi problemi per cinque minuti. Voglio essere ricordata per la mia voce, per i concerti, per essere stata me stessa", così dicono le due uniche voci off di Back to Black.
“Il ricordo di Xantoné, suo amico, prima ancora che un suo musicista: «Amy era profondamente umana. Era divertente, sarcastica, gentile, brillante, non concentrata sulle cose, meravigliosamente distratta, sicura di sé e smarrita, il tutto racchiuso in una personalità. Aveva le sue sfide personali e le sue delusioni. Ha scelto il suo modo di elaborarle, questa è la vita. Ma il suo talento e il suo lavoro come musicista sono stati una benedizione per lei e per noi. Le delusioni personali della sua vita e le decisioni che ha preso per elaborarle sono state parte di ciò che ha portato alla sua storia di vita. Amy e io eravamo amici e ovviamente passavamo del tempo insieme. Una volta eravamo sul tour bus solo io e lei, e lei si offrì di farmi il caffè. Mentre preparava il caffè, cantava da sola e ho capito subito che era una vera cantante, che la musica era parte di lei, in maniera del tutto naturale. Sai ci sono persone che sono famose per la musica ma non hanno l’etica del lavoro o il talento per sostenerla. Amy paradossalmente aveva il talento e l’etica, quando si trattava di musica lei era una vera cantante e una vera musicista. Credo che Amy volesse creare musica che riflettesse ciò che stava accadendo nella sua vita e nella vita delle persone che la circondavano. Leggendo i suoi testi, è chiaro che si concentrava sulla scrittura della sua realtà e non sulla scrittura di canzoni basate sulla fantasia. Entrambi sono approcci validi alla scrittura di canzoni, ma credo che l’obiettivo di Amy fosse quello di riflettere ciò che pensava e ciò che stava realmente accadendo nella sua vita. Dalla mia esperienza con lei, direi che il livello di successo che ha raggiunto e la continua intrusione e ispezione della sua vita le creavano molta sofferenza e tutto era diventato soffocante per lei. Per poter esprimere parti profonde della propria umanità, una persona, un artista deve essere disposto a essere vulnerabile e aperto. Nella sua vita privata poi non era così semplice cercare di darle consigli, perché alla fine non so nemmeno se i miei consigli potessero esserle d’aiuto, le davo il meglio di me come musicista, e cercavo di essere un elemento costruttivo intorno a lei. E di Amy ho questo ultimo ricordo in cui a un certo punto era di buon umore e subito dopo stava male. Siamo saliti in quattro su un aereo insieme per fare uno spettacolo e quando abbiamo lasciato il palco è stata l’ultima volta che siamo stati insieme. Io la ricordo così, su un palco, circondata dai suoi musicisti, che sapeva di essere Amy Winehouse, ma anche una ragazza come tutte le altre, e che in cuor suo sapeva che stava cambiando il mondo della musica».”
Graziella Balestrieri, Il Manifesto