Prosa
mercoledì 11 dicembre 2024, ore 21
Davide Enia
Autoritratto
di e con Davide Enia
musiche Giulio Barocchieri
luci Paolo Casati
suono Francesco Vitaliti
co-produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Accademia Perduta Romagna Teatri, Spoleto Festival dei Due Mondi
con il patrocinio di Fondazione Falcone
In Sicilia praticamente tutti abbiamo avuto, almeno fino alle stragi, un rapporto di pura nevrosi con Cosa Nostra. È un discorso che ha a che fare con la coscienza collettiva condivisa, con la pratica del quotidiano, con strutture di pensiero millenarie. Per diverse ragioni, da noi la mafia è stata minimizzata, sottostimata, banalizzata, rimossa o, al contrario, mitizzata. Ovvero: non è mai stata affrontata per quello che è. […] affrontare per davvero Cosa Nostra significa iniziare un processo di autoanalisi. Non volere quindi capire in assoluto la mafia in sé, quanto cercare di comprendere la mafia in me. Questo assunto configura così una necessaria intelaiatura biografica nella costruzione del testo. A Palermo tutti quanti abbiamo pochissimi gradi di separazione con Cosa Nostra. […] Come me, i miei amici, i miei compagni, i miei concittadini, tutti quanti abbiamo toccato con mano la mafia. Tutti possediamo una costellazione del lutto in cui le stelle sono persone ammazzate da Cosa Nostra.
Davide Enia
Lo spettacolo prenderà in esame un caso particolare, un vero e proprio spartiacque nella coscienza collettiva: il rapimento e l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il bambino figlio di un collaboratore di giustizia, rapito, tenuto per 778 giorni in prigionia in condizioni spaventose e infine ucciso per poi venire sciolto nell’acido. Siamo in presenza dell’orrore di una ferocia smisurata e di una linea di azioni così abiette da essere impossibile ogni aggettivazione. Gli strumenti linguistici a disposizione per affrontare questo lavoro sono quelli che il vocabolario teatrale ha costruito a Palermo: il corpo, il canto, il dialetto, il pupo, la recitazione, il cunto.
Questo nuovo lavoro è una tragedia, un’orazione civile, un processo di autoanalisi personale e condiviso, un confronto con lo Stato, una serie di domande a Dio in persona.
Un autoritratto al contempo intimo e collettivo.
DAVIDE ENIA
Davide Enia (Palermo, 1974) è autore, regista e interprete degli spettacoli Italia-Brasile 3 a 2 (2002), Maggio ’43 (2004), L’abisso (2018), con i quali vince i più importanti premi di teatro italiani (premio UBU, premio Tondelli, premio ETI, premio Mezzogiorno, premio Hystrio, Premio Maschere del Teatro, premio Gassman).
Così in terra (2012) è il primo romanzo, con cui vince il Prix du Premier Roman Etranger e il Prix Brignoles come miglior romanzo straniero in Francia. Con il secondo romanzo, Appunti per un naufragio (2017) vince il Premio Mondello, il Premio Mondello Giovani e il Premio Super Mondello.
È artista associato al Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, dove mette in scena a giugno 2023 Eleusi, rito teatrale di ventiquattr’ore che coinvolge oltre seicento persone, tra performer e cantanti di cori sacri.
I suoi testi sono tradotti in più di 16 lingue e rappresentati in diversi paesi europei.
Autoritratto (2024) è il suo nuovo lavoro in teatro.