copertina di Anatomia di una caduta
13 giugno 2024, 21:45 @ Arena Puccini

Anatomia di una caduta

(Anatomie d’une chute, Francia/2023) di Justine Triet (150')

La scrittrice tedesca Sandra Voyter sta rilasciando un'intervista nello chalet sulle montagne vicine a Grenoble dove vive insieme al marito Samuel Maleski e al loro figlio non vedente Daniel. La conversazione fra lei e la giovane giornalista divaga, ed è infine interrotta dalla musica a tutto volume suonata da Samuel. Qualche ora dopo Samuel viene trovato morto sul selciato innevato davanti allo chalet: si è gettato o è stato ucciso? Sarà questo il dilemma da risolvere attraverso un'indagine minuziosa e un processo complicato e seguitissimo dai media. Ad assistere Sandra, principale indagata, è l'avvocato Vincent Renzi, suo amico di lunga data, e ciò che emergerà dalle indagini, prima ancora che un verdetto, è il problematico rapporto coniugale fra Sandra e Samuel, che ha trovato il punto di rottura nell'incidente all'origine della cecità di Daniel.

  • Oscar 2024 a Justine Triet e Arthur Harari per miglior sceneggiatura originale;
  • Golden Globe 2024 per miglior film straniero;
  • David di Donatello 2024 per miglior film internazionale;
  • Festival di Cannes 2023, Palma d’oro;
  • Festival di Cannes 2023, Dog Palm al Border Collie Messi nel ruolo di Snoop;
  • César 2024 a miglior film; a Justine Triet per miglior regia; a Sandra Hüller per miglior attrice; a Swann Arlaud per miglior attore non protagonista; a Justine Triet e Arthur Harari per miglior sceneggiatura originale; a Laurent Sénéchal per miglior montaggio;
  • European Film Awards 2023 per miglior film; a Justine Triet per miglior regista; a Sandra Hüller per miglior attrice; a Justine Triet e Arthur Harari per miglior sceneggiatura; a Laurent Sénéchal per miglior montaggio; European University Film Award;
  • National Board of Review Awards 2023 per miglior film straniero.

Anatomia di una caduta è una grande metafora sulle disuguaglianze di genere camuffata da legal drama. La scelta di raccontare la relazione dei due protagonisti attraverso la macchina giudiziaria serve alla regista per filtrarla grazie ad uno sguardo esterno. Uno sguardo, quello legale, che dovrebbe essere il più vicino possibile alla verità dei fatti ma, come ci mostra il film, è costantemente vittima di interferenze dettate da condizionamenti mentali sedimentati nel corso di secoli.
Justine Triet ci racconta la caduta di una coppia. Ma forse più di tutto ci racconta la caduta dell’uomo dal gradino più alto del podio della società. Senza più punti di riferimento, appigli, sicurezze. Quel corpo a terra diventa il simbolo di un cambiamento in atto, faticoso e pieno di pericoli, per poter dare vita a una vera democratizzazione di genere. Non solo nella coppia ma in ogni ambito, privato e professionale.”

Manuela Santacatterina, The Hollywood Reporter Roma