La bambina in fondo al mondo
presentazione del libro
Presentazione di La bambina in fondo al mondo di Pierre Magnan (Mimesis, 2024).
La traduttrice Laura Brignoli (Università di Anversa)
ne discuterà con Maria Chiara Gnocchi (Università di Bologna).
La bambina in fondo al mondo narra il percorso esistenziale di una bambina, nata in una famiglia contadina della Provenza di metà 900, che decide di studiare, ponendosi così in contrasto con il mondo dal quale proviene. Vuole andare a scuola, nonostante le esigenze del lavoro dei campi e l’ostilità di un’insegnante che vorrebbe relegarla al suo destino. Vuole imparare, Laure, non tanto per sfuggire alla sua misera condizione, ma per allargare quel suo angusto orizzonte chiuso fra le montagne. È un romanzo commovente e tenero, emozionante e gioioso, come la caparbietà di quella piccola pronta a tutto per il desiderio di conoscenza. È anche straordinariamente positivo, e infonde speranza nonostante sia ambientato in un contesto rozzo, brutalmente materiale perché teso unicamente alla sopravvivenza. Vi si trovano la Provenza più autentica, quella regione così diversa dall'immagine convenzionale della Francia, e un afflato romanzesco che talvolta anche in Francia esce dai confini della paraletteratura.
Come ogni opera di finzione che assurge alla letteratura, questo romanzo non parla solo della Provenza di inizio Novecento, ma anche di tutte le marginalità, fisiche o culturali, all’interno delle quali il nostro mondo, pur così globalizzato, è relegato, suggerendoci il modo per uscirne. Non sbaglia dunque chi saprà cogliere il potere curativo di questo romanzo.
Come ogni opera di finzione che assurge alla letteratura, questo romanzo non parla solo della Provenza di inizio Novecento, ma anche di tutte le marginalità, fisiche o culturali, all’interno delle quali il nostro mondo, pur così globalizzato, è relegato, suggerendoci il modo per uscirne. Non sbaglia dunque chi saprà cogliere il potere curativo di questo romanzo.
Pierre Magnan (Manosque, 19 settembre 1922 – Voiron, 28 aprile 2012) ha pubblicato il suo primo romanzo all’età di 24 anni, ma lo scarso successo di pubblico lo induce a scegliere di lavorare per una ditta di trasporti per quasi trent’anni. Solo nel 1978, all’età di 56 anni, riprende a pubblicare ricevendo un premio importante per Le sang des Atrides. Viene conosciuto dal grande pubblico soprattutto per i gialli in cui è protagonista il commissario Modeste Laviolette. Grande amico di Jean Giono (in Pour Saluer Giono racconta i loro incontri quasi quotidiani), risente della sua influenza soprattutto nei romanzi non di genere, come Laure du bout du monde. Descrive sé stesso come: «apolitico, asociale, atrabiliare, agnostico e, se posso permettermi, afilosofico ». Ma chi l’ha letto non è d’accordo.
Laura Brignoli, PhD in Linguistica e Letteratura (Università di Anversa), è professore ordinario presso l’Università Iulm di Milano, dipartimento di Studi Umanistici, dove insegna Traduzione, Cultura e Letteratura francese in due corsi di laurea. Specialista dell’opera di Marguerite Yourcenar, su cui ha pubblicato due monografie, si occupa prevalentemente di autori del Novecento e dell’estremo contemporaneo. Ha fondato e codirige la rivista di dipartimento InterArtes.
Maria Chiara Gnocchi, Dottoressa di ricerca in Letterature francofone (Università di Bologna) e in Philosophie et Lettres (Université libre de Bruxelles), è professoressa associata presso l’Università di Bologna, dipartimento LILEC, dove insegna le letterature francofone e la letteratura francese del Novecento. Dal 2013 dirige la rivista Francofonia. Studi e ricerche sulle letterature di lingua francese e, dal 2021, la rivista del suo dipartimento: Dive-in. An international journal on diversity and inclusion