dal 19 al 20 ottobre 2021 @ Teatro Arena del Sole - Sala Leo de Berardinis

Cleopatràs

I Tre Lai (Cleopatràs, Erodiàs, Mater Strangosciàs) sono il testamento ultimo di Giovanni Testori (1923-1993) e il vertice della straordinaria stagione creativa dello scrittore.
Queste eroine a cavallo di un trapasso epocale, tra loro contemporanee e lontanissime, dalla morte riemergono per raccontarsi e piangere sul corpo dell’amato e raccontare a noi tutti il mistero per eccellenza, quello dell’Amore.
Per Cleopatràs che piange il suo Antonio, il suo Tugnàs, Testori reinventa l’Egitto romano di Shakespeare inserendolo nella topografia della sua amata Valassina, luogo caro all’autore.
Con un impasto linguistico che contraddistinse le sue opere, Testori racconta le ultime ore di vita della grande regina d’Egitto, una figura che acquista una dimensione terrena e sensuale, sempre sull’orlo di una straziante e perturbante ironia.
Giovanni Testori è per Valter Malosti un autore di riferimento e di costante rilettura. Il regista e attore torinese gli ha dedicato lungo tutta la sua carriera numerose messe in scena e lavori multimediali, che hanno ricevuto premi e grandi apprezzamenti di critica e pubblico.
La scena è insieme astratta e concretissima. Studio televisivo, tomba e stanza d’albergo. Nero e oro a dominar su tutto. Una installazione visiva e sonora che parte dalla musica di Puccini, attraversa la scena musicale egiziana contemporanea e viene sommersa da una violenta e inesorabile onda elettronica.      

“…Dopo aver sfondato i limiti della vita con il suo amatissimo Antonio, Cleopatràs varca il limite ultimo della vita e raggiunge il suo amore nell’aldilà, sperando che ci sia un aldilà e che non finisca tutto in «merdità».
C’è un prezioso documento che Piero Nuti ha custodito gelosamente nell’archivio suo e di Adriana Innocenti: una emozionante lettura fatta in ospedale al San Raffaele da Giovanni Testori dei suoi Tre Lai. In quella registrazione non si riascolta solo la voce di Testori ma qualcosa in più, qualcosa di più intimo: uno spiraglio della sua grande anima. Traspare anche la cura estrema nel far sentire il ritmo del verso, gli a capo, la concretezza.
Come nei versi di Shakespeare infatti non c’è nulla di astratto. Tutto passa attraverso il corpo, tutto è concreto, e soprattutto il senso e i significati passano non solo dalla comprensione, ardua a volte, ma dalla musica delle parole e dal ritmo che le sospinge, ed è come se il fiato stesso di Testori le sospingesse a farsi corpo dalla parola scritta.
Del testo esistono vari manoscritti e ad alcuni dattiloscritti con correzioni d’autore. È stato di grande ispirazione vedere tutte le variazioni contenute in una serie di versi, specie quelli più tormentati: una sorta di testo parallelo sotterraneo e ricchissimo, un fiume che scorre sotto terra e che ogni tanto si affaccia in superficie…”

Valter Malosti


di Giovanni Testori
uno spettacolo Valter Malosti
con Anna Della Rosa
e con Marcos Vinicius Piacentini
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Festival delle Colline Torinesi
foto di Tommaso Le Pera