Album "Il Sole dell'Avvenire": immagini e documenti
La trilogia Il Sole dell’Avvenire comprende i volumi Vivere lavorando o morire combattendo (2013), Chi ha del ferro ha del pane (2014) e Nella notte ci guidano le stelle (2016). Dal momento che ne sono state pubblicate edizioni diverse (tutte dell’editore Mondadori) cercheremo di dare riferimenti ai capitoli dei romanzi piuttosto che a pagine specifiche, in modo da rendere più semplice il reperimento degli episodi citati qualunque edizione si consulti. I capitoli sono d’altra parte sufficientemente brevi perché questa modalità sia utile e semplice. Quando si renderà necessario citare frasi precise, le citazioni sono tratte dalle seguenti edizioni:
Vivere lavorando e morire combattendo, Milano, Mondadori, 2013.
Chi ha del ferro ha del pane, Milano, Mondadori, 2019.
Nella notte ci guidano le stelle, Milano, Mondadori, 2016.
Buona parte della gallery è incentrata sul secondo volume della trilogia, Chi ha del ferro ha del pane, che è stato il volume consigliato al gruppo di lettura. Sono presenti però anche documenti e immagini che fanno riferimento al primo e, in misura minore, al terzo volume, secondo uno sviluppo cronologico che segue quello del romanzo.
Giuseppe Massarenti
Giuseppe Massarenti è una figura molto importante in Chi ha del ferro ha del pane, perché alcuni dei personaggi, a momenti alterni, si stabiliscono a Molinella, dove Massarenti ha dato vita a un esperimento sociale che è, e in gran parte rimarrà, un unicum nel panorama dell’organizzazione del lavoro di inizio Novecento. Fra continue lotte, scioperi e sabotaggi, Molinella sarà un punto di riferimento e Massarenti - bersagliato da costanti critiche (anche da frange socialiste più rivoluzionarie), esiliato, rientrato da trionfatore - è il perno di tutte le innovazioni sociali che si sperimenteranno nel mandamento di Budrio. Nel terzo volume della trilogia, Nella notte ci guidano le stelle, ai capitoli 13 e 14 - Molinella assediata e Molinella ferita - si racconta del ruolo fondamentale tenuto da Tito Verardi, che ha rinnegato il nome rivoluzionario Spartaco datogli dal padre Canzio, nella distruzione di quel «regno dei socialisti riformisti» (p. 99).
Il ritratto di Massarenti che qui presentiamo è tratto da:
Enrico Bassi, Giuseppe Massarenti (apostolato e opera), Bologna, [s.n.], 1951.