copertina di Vite ribelli, bellissimi esperimenti
5 novembre 2024, 18:00 @ Biblioteca Amilcar Cabral

Vite ribelli, bellissimi esperimenti

incontro in occasione della presentazione del libro di Saidiya Hartman

Puoi trovarla nel gruppetto di attraenti teppisti e ragazze troppo sveglie che si radunano all’angolo della strada e canticchiano l’ultimo ragtime, o mentre se ne sta di fronte a Wanamaker e fissa bramosa un bel paio di scarpe esposte in vetrina come fossero gioielli. Guardala nel vicolo mentre si passa un boccale di birra con le amiche, bella e sfacciata, col suo vestito preso in saldo e i nastrini di seta; ammirala mentre si sporge dalla finestra di un palazzo, gustandosi lo spettacolo del quartiere e sfidando la forza di gravità. Imbocca una qualsiasi delle strade che attraversano la città tentacolare e la incontrerai mentre se ne va girovagando. 

Incontro in occasione della presentazione del libro Vite ribelli, bellissimi esperimenti di Saidiya Hartman, traduzione di Maria Iaccarino, minimum fax 2024. Dialogano Maria Iaccarino, Anna Curcio e Queen Ezinne Nnodi.

Due o tre generazioni dopo la fine della schiavitù, le giovani donne nere scoprivano la città e le sue promesse e rifiutavano i ruoli angusti che la società aveva loro assegnato. Prima degli scrittori, prima dei predicatori e degli studiosi di questioni razziali, le ragazze nere si interrogavano sul senso profondo della libertà e scoprivano che era possibile portare avanti una vera e propria rivoluzione agendo sull’unica dimensione di cui potevano avere il controllo, quella intima. Per descrivere il mondo attraverso i loro occhi, Saidiya Hartman parte dagli archivi – fascicoli della polizia, articoli, album di famiglia, resoconti dei sociologi – da cui trae l’ossatura delle vicende che racconta. Vite ribelli, bellissimi esperimenti racconta storie di amore liberissimo, di madri «single» ma tutt’altro che sole, di lavori umilianti rifiutati e di affetti nati dentro le stanze di un carcere femminile. Riportare alla luce ciò che è stato cancellato o rimosso, dare la parola al silenzio: questo è il lavoro straordinario che Hartman svolge con rigore e partecipazione, incrociando le storie di queste donne disobbedienti a quelle di personaggi noti come Billie Holiday, Paul Laurence Dunbar e W.E.B. Du Bois, ma lasciando che sia sempre «il coro» ad occupare il centro della scena.


Promosso da Biblioteca Amilcar Cabral, Libreria delle donne di Bologna e Minimum Fax.


Saidiya Hartman, scrittrice e accademica, vive a New York, dove insegna alla Columbia University. Studiosa di storia culturale, fotografia e filosofia etica, nella sua carriera si è concentrata sulla cultura afroamericana e sulle intersezioni tra diritto e letteratura. Oltre a Vite ribelli, bellissimi esperimenti ha pubblicato Perdi la madre (Tamu 2021) e Scenes of Subjection: Terror, Slavery, and Self-Making in Nineteenth-Century America. Tra i molti riconoscimenti, ha ricevuto una borsa di studio Fulbright, una Guggenheim Fellowship nel 2018, una MacArthur Fellowship nel 2019. Nel 2022 è entrata a far parte dell’American Academy of Arts and Sciences.

Anna Curcio è ricercatrice e saggista. Cura la sezione vortex della rivista Machina. Studia le trasformazioni del lavoro produttivo e riproduttivo nel rapporto con la razza e il genere. Tra le sue diverse pubblicazioni, ha curato La razza al lavoro (Manifestolibri, 2012), Introduzione ai femminismi e Black fire (DeriveApprodi, 2019 e 2020). Cura la collana hic sunt leones di DeriveApprodi dove ha pubblicato anche il suo ultimo libro L'Italia è un paese razzista (DeriveApprodi 2024).

Queen Ezinne Nnodi - dottoranda in "Social Representation, Culture and Communication" presso la  Sapienza - Università di Roma - è lideatrice del progetto KRIOLLA Culture assieme ai suoi compagni e  compagne di viaggio. L’assenza di parole che possano restituire organicità e al contempo libertà a chi può essere anche con esse definitə, lascia spazio alla prevalenza di definizioni altrui. L’esperienza del mondo creolo diviene un tracciato fondamentale, anche per l’Italia e le sue pluralità identitarie e su di essa, su questa esperienza, si poggia il pensiero che ha portato alla creazione di Kriolla Culture, un progetto culturale e creativo che mira a generare uno spazio dove mettere in luce le molteplici identità e in cui mettere a raccordo con l’Italia le conoscenze e le visioni provenienti da varie parti del mondo, in particolar modo dall’Africa e dall’America Latina.