Bologna Estate racconta #8
Il collettivo Zoopalco racconta l’omaggio alla poetessa Patrizia Vicinelli per San Francesco Estate
Tra teatro, musica, reading e incontri con artiste e artisti, San Francesco estate Musica e teatro in piazza, rassegna curata da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con il Settore Cultura e Creatività del Comune di Bologna, presenta tanti ospiti della scena nazionale insieme a diverse realtà culturali del territorio.
La rassegna di Piazza San Francesco si intreccia anche con il progetto Vocifera di Zoopalco, il collettivo che ricerca e produce poesia orale e multimediale, contaminandola con la creatività e l’innovazione in ambito performativo e musicale, con un appuntamento dedicato alla poetessa bolognese Patrizia Vicinelli, in programma domenica 21 luglio alle ore 21.
Poetessa, artista, performer e attrice. Una figura chiave della poesia italiana del Novecento, che ha vissuto “creativamente rischiando”, fondendo poesia e vita e muovendosi intorno alla sperimentazione. Una vita complessa, segnata anche dalla reclusione in carcere, dalle dipendenze e dall’Aids di cui morirà nel 1991, che si è espressa in un linguaggio unico, tra poesia, arti visive, cinema sperimentale, performance vocali, utilizzo di caratteri grafici e tipografici.
Il duo San Giorgio Cibernetico propone in voce e musica elettronica i primi due capitoli del poemetto Non sempre ricordano. Poema epico, con Matteo Zoppi (voce), Michael Nannini (live electronics), Martina Stella (live visuals).
La performance è aperta da un talk a cura di Zoopalco con Fabio Orecchini , curatore di La nott’e’l giorno. L’opera poetica – Patrizia Vicinelli (ARGOLIBRI, 2024); Gruppo RMN, autore dello spettacolo Costellazione Vicinelli ; Martina Stella, autrice del font Armatura.
Abbiamo raggiunto Eugenia Galli e Toi Giordani del Collettivo Zoopalco, insieme all* artist* coinvolt* nella serata, per farci raccontare qualcosa di più.
Un radiodramma che omaggia l’artista bolognese, a più di trent’anni dalla sua morte. Come l’avete costruito?
(Zoopalco) Vicinelli è una delle autrici di riferimento per la ricerca del Collettivo Zoopalco da diversi anni, con cui sentiamo un’affinità particolare. La prima volta che l’abbiamo affrontata è stato nel 2018, mentre costruivamo con il progetto Mezzopalco, una bizzarra antologia di quell* che secondo noi sono l* artist* “imprescindibili” per chi si occupa di oralità, per la “storia della voce” in Occidente. Quel lavoro poi diventò il primo disco di Mezzopalco (IMPRE, ZPL 2022). Parallelamente, il duo San Giorgio Cibernetico stava lavorando ad una ri-messa in voce e in elettronica di alcuni suoi testi: la stima per la ricerca di Matteo e Micheal, oltre che l’amicizia, ha portato a collaborare su questo fronte.
(Matteo Zoppi - San Giorgio Cibernetico) Questo lavoro nasce da un audiodramma realizzato per il podcast di Fumofonico su Fango Radio nel 2021. Abbiamo voluto lavorare sulla teatralizzazione del testo di Vicinelli, quello che di veramente epico c’è e che emerge dalla lettura su carta. È molto evocativo di situazioni, personaggi che parlano e interagiscono tra loro, spazi da cui parlano e tagli narrativi diversi. È stato sufficiente lasciarsi guidare dalle loro voci e dalla struttura che il poema lascia intuire. Sostanzialmente questo è stato inizialmente un lavoro di costruzione di una drammaturgia sonora pensata per essere ascoltata su dispositivo e solo successivamente è stato portato in scena. Questo ha sollevato tutta una serie di questioni, tra cui quale utilizzo prevedere per la parte di live electronics o anche cosa significa confrontarsi con la "presenza” di Vicinelli, dare un’altra voce alle sue parole.
Perché avete scelto Patrizia Vicinelli e quale messaggio volete lanciare?
(Zoopalco) Non c’è un vero e proprio messaggio da lanciare: la sua poetica e la sua ricerca parlano benissimo per sé. Ci hanno parlato per anni, come spesso accade e non è tanto nella biografia che si trovano significati, ma più nel modo in cui la biografia nutre la produzione artistica. È stato sufficiente attivare uno studio sui suoi scritti, sulle sue ricerche visive, per ritrovare una serie di elementi che hanno ancora un’importanza poetica cruciale e una certa carica politica, profondamente attuale. Soprattutto se vengono impugnate nuovamente, con altri strumenti, con occhio e orecchio critico. Di sicuro, il fatto che un’artista della sua misura non sia quasi conosciuta è un buco grave, oltre che un segnale del fatto che la notorietà non fosse una priorità della sua arte. Si sente e si vede. Noi cerchiamo di ereditare il suo discorso, con tutto il suo carico di significato, e di riverberarlo a nostro modo.
L’appuntamento fa parte di Vocifera, una rassegna nata con l’obiettivo di “elettrificare” le opere del Novecento secondo pratiche di arrangiamento, sound-design e performance contemporanee. Perchè pensate sia così importante tenere in vita la memoria di figure del Novecento dalla poetica unica che rischiano di essere dimenticate?
(Zoopalco) Vocifera nasce dalla constatazione che quando si crea, lo si fa irrimediabilmente dentro una congiuntura storica, tra passato prossimo e prossimo presente. Nella generale enfasi sull’innovazione e sulla novità, sulla “creazione” intesa come atto autoriale, noi abbiamo una prospettiva più “di processo”. La ricerca è fatta, oltre che di eredità e di furti, di pratiche, di linguaggi, di strumenti. Cosa succede se applichiamo quelle pratiche, quei linguaggi, quegli strumenti a degli scritti importanti, più o meno conosciuti, del passato più o meno recente? L’esperimento è divertente e molto nutriente, porta tantissima acqua anche alle produzioni originali.
Vicinelli è solo una delle autrici che abbiamo “rielettrificato”. Tra gli altri, nel 2023, Giuliano Mesa, Elio Pagliarani. Sogniamo di farlo con Luigi Di Ruscio, con Jolanda Insana, con Lucia Marcucci, sempre in una dimensione collettiva, proponendo ad artist* sempre nuov* di assumere questo sguardo.
Una performance tra voce, musica elettronica e live-visuals. Che tipo di esperienza farete vivere al pubblico?
(Zoopalco) Siamo particolarmente contenti della serata di domenica 21 luglio perché è l’incontro tra teste molto potenti che non si conoscevano prima. Martina Stella è l’artista visiva con cui abbiamo collaborato per il videoclip di Non Sempre Ricordano [Patrizia Vicinelli], il brano di Mezzopalco contenuto nel disco IMPRE. San Giorgio Cibernetico è una delle realtà di spoken music italiana più interessante in assoluto, per il rapporto tra voce e macchine, tra oralità e sintesi. Saranno sul palco insieme a improvvisare una sinestesia: l’una si occuperà dei vostri occhi, gli altri delle vostre orecchie. Neanche noi sappiamo bene cos’ha in mente Martina, ma sappiamo che possiamo fidarci.
(Martina Stella) …trattando, come Vicinelli ha potuto fare, il corpo come mezzo, strumento di mediazione, di interazione: se sul palco s’esprime il corpo-parola, corpo-voce, sullo schermo appare il corpo-gesto, corpo-scrittura, corpo-testo. La performance visiva non interviene per illustrare la dimensione orale, ma per aprire su altri paesaggi e dimensioni sospese in cui le parole accadono. Alle «OMBRE (come cinesi)» susseguono «ESEMPLARE DI LUCE, esplosa». È l’immaginario stesso del poema epico ad aver ispirato il dispositivo, semi analogico, del live visivo: quello di una tavola luminosa filmata in tempo reale, su cui le mani sono riprese dall’alto mentre costruiscono le immagini. Non un risultato dunque, ma un processo gestuale in cui il testo stesso (stampato e riscritto) è il protagonista.
L’opera che porterete sul palco è Non sempre ricordano. Poema epico. Perché questa scelta?
(Matteo Zoppi - San Giorgio Cibernetico) Non sempre ricordano è il primo testo di Vicinelli che abbia scoperto, dopo vari e sporadici avvicinamenti alla sua poesia. In questo poema c’è davvero una componente epica fortissima che ti cattura e non ti lascia andare fin dall’inizio, insieme ti sfida e ti motiva. Dalla prima lettura ti accorgi della sua necessità di fuoriuscire dalla carta. È una sensazione molto erotica anche, forse per la sua carica vocale e performativa, come tutta la produzione di Vicinelli, componente a cui personalmente sono molto interessato e che per la sua complessità rende il lavoro particolarmente stimolante e ricettivo agli spostamenti di contesto.
Ci sarà anche un talk, ad anticipare la performance, con Fabio Orecchini, curatore di La nott’e’l giorno. L’opera poetica – Patrizia Vicinelli. (Argolibri), Gruppo RMN, autore dello spettacolo Costellazione Vicinelli; Martina Stella, autrice del font Armatura. Una pubblicazione di grande valore visto che, nonostante Patrizia Vicinelli resti una delle figure più coinvolgenti della poesia italiana del secondo Novecento, la sua poesia risultava difficile da trovare…
(Toi Giordani - Zoopalco) Sì, per anni la mia copia del fuoriformato di Patrizia Vicinelli (LeLettere, 2009) ha viaggiato per centinaia di chilometri di mano in mano: non si trovava da nessuna parte e la mia copia era richiestissima da tutt*. Io l’ho fatta circolare molto, con un po’ di apprensione. Ora è tornata a casa, per fortuna, intatta. E per questo ringrazio ArgoLibri e Fabio Orecchini e Roberta Bisogno, che hanno costruito questa nuova edizione.
Ne parleremo in apertura alla serata, in dialogo con loro e con il Gruppo RMN, compagnia teatrale di amic* di base a Bologna, che lavorano da anni su uno spettacolo teatrale dedicato alla vita e alla poesia di Vicinelli.
È bello vedere come attorno alla figura di Vicinelli comincino ad orbitare tanti linguaggi. Pensiamo se lo meriti davvero, forse ne sarebbe stata felice.
Martina Stella le ha dedicato Armatura, un font che richiama il volto della poetessa, segnato da un incidente stradale ma anche dalle dipendenze e da una vita tormentata. Come è stato realizzato e quale il suo significato?
(Martina Stella) Armatura nasce da una riflessione sull’opera di Vicinelli e sulla molteplicità di elementi che la caratterizzano. Tre sono gli aspetti principali che hanno partecipato alla concezione del font: la dimensione visiva del suo lavoro, il rapporto all’oralità e il legame stretto che lega l’opera alla vita dell’artista. Dallo studio di à, a. A, i cui caratteri si compongono di linee sottili e lettere interrotte, agili e spezzate, è emerso l’approccio grafico del font. La dimensione orale e performativa della sua poesia ha influenzato la struttura stessa dell’alfabeto, che si basa sulla tavola fonetica delle consonanti italiane: le lettere sono disegnate secondo la loro tipologia [labiale, parietale, dentale...] e le consonanti sorde e sonore si distinguono per la presenza o meno di una «cicatrice». La cicatrice è la componente del font che rinvia al forte legame tra opera e vita dell’artista. Sembrava importante esplicitare questo rapporto nella scrittura, rendendo il corpo stesso e i solchi che ne raccontano la storia, un tratto fondamentale del font a lei dedicato.
In Vicinelli poesia e vita si muovevano intorno alla sperimentazione e all'underground, per arrivare a un linguaggio unico e a una contaminazione di generi e arti, che è propria anche del vostro collettivo. In cosa vi riconoscete?
(Zoopalco) Riconosciamo quell’idea di poesia. La poesia come linguaggio, non come categoria. Il più contaminabile, spaziabile, versatile, fragile e coriaceo tra i linguaggi.
Intervista di Silvia Santachiara