copertina di Apnea. Una nuova collana di poesia
8 novembre 2024, 18:30 @ Confraternita dell'Uva

Apnea. Una nuova collana di poesia

presentazione 

"Apnea è la nostra collana di versi. Poesia, scriveva il premio Nobel Milosz, è solo commozione, lo spazio che rimane nei punti di sospensione dopo la virgola. Noi vogliamo raccontare quel vuoto come un momento di mancato respiro, da vivere immersi in una realtà altra, in una profondità abitata".
- Mar dei Sargassi Edizioni

Presentazione di Apnea. Una nuova collana di poesia. Con Laura Recanati, Bernardo Pacini e i loro libri.
In dialogo con Giuseppe Nibali, curatore della collana.

IL MONDO INTATTO: opera prima di Laura Recanati, parla di terra, di segreti, di inverni lucidi, di nullificazione dell’esperienza umana. “Io non ci coincidevo mai / perfettamente, scrive, e tutto il testo risente di questa meravigliosa mancanza di coincidenza con la società borghese: Nel mondo degli uomini – continua la Recanati – ogni cosa ha un nome / L’indice dritto dell’uomo / dice questo e quello. Mio e tuo, decide”. C’è una continua richiesta di luce, nel testo, la volontà di prenderla per poi fuggirla, e ciò si mescola brillantemente con la musicalità con cui l’autrice condisce il verso creando un chiaroscuro sinestetico di melodia e ombre che conduce a un taccuino delle assenze. Il mondo intatto è un libro colmo di stanze solitarie, di piccole morti, di tentativi, mozzi, di salvezza. Laura Recanati alla sua prima pubblicazione si attesta come autrice dai movimenti primari, mantenendo, pure nel procedere delle sezioni, la sua potente musicalità e la sua coerenza tematica.

L’inchiesta del poeta mette in scena l’esistenza di individui che – senza presentare la minima turba psichica superficiale – esaltano un carattere particolare, una celata richiesta di aiuto. Pacini scava un vuoto che è un grembo perfettissimo di memoria usando gli stessi attrezzi per seppellire e disseppellire, in un’azione e contro-azione etica che determina attorno all’io tre sfere concentriche. la seconda che va più lontano della prima; la terza che va più lontano della seconda. In mezzo, l’io si dilata fino al disfacimento (o almeno alla sua ipotesi): vorrebbe ricostruire tutta l’esperienza in un nuovo spazio, abbracciarla in un tempo libero e liberato da un pensiero dominante che non è compatibile con il tempo della poesia. […] Una specie di assimilazione involontaria del reale attraverso i tic, che procede in modo del tutto naturale, quasi istintivo. Il tic sembra essere per Bernardo il Big Bang, lo sforzo da cui facciamo derivare le idee, le parole e i pensieri. In un tic assurdo può avvenire il tac: due semplici suoni capaci di generare un’esplosione di senso.