
Antonio Masotti. Nascita di un museo
Mostra | ventiquattresima edizione di “Quante storie nella Storia. Settimana della didattica e dell’educazione al patrimonio in archivio”
Apertura della mostra a cura di Uliana Zanetti.
La mostra è inclusa tra le iniziative previste in occasione della ventiquattresima edizione di “Quante storie nella Storia. Settimana della didattica e dell’educazione al patrimonio in archivio”, promossa da Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna, Regione Emilia-Romagna - Settore Patrimonio culturale e Associazione Nazionale Archivistica Italiana – Sezione Emilia Romagna, che si svolgerà dal 5 all’11 maggio 2025.
Il 1° maggio 1975 veniva inaugurata nel quartiere fieristico la nuova sede della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna - fino ad allora ospitata a Villa delle Rose – progettata da Leone Pancaldi.
Nel periodo immediatamente precedente l’apertura del nuovo museo, il fotografo Antonio Masotti (Calderara di Reno, Bologna, 1918 – Bologna, 2003) documentò i lavori di inventariazione delle collezioni e di allestimento delle mostre inaugurali: Avanguardie e cultura popolare (a cura di Giovanni Maria Accame) e tre delle personali in programma, dedicate a rispettivamente a Luciano Minguzzi (a cura di Marco Valsecchi), Xanti Schawinsky (a cura di Franco Solmi), Luciano De Vita (a cura di Andrea Emiliani).
Esclusa da questo reportage fu invece l’importante mostra monografica di Giorgio Morandi, curata da Lamberto Vitali.
Il servizio fotografico divenne oggetto di un’ulteriore esposizione, “Nascita di un museo”, immediatamente inserita tra quelle con cui la Galleria – antesignana del MAMbo – prendeva avvio.
A distanza di 50 anni, il MAMbo celebra la ricorrenza riproponendo una selezione delle stampe fotografiche originali di Antonio Masotti, accompagnate dalla proiezione su schermo di tutte le immagini che componevano il servizio, acquisite in formato digitale per questa occasione.
Con questa ulteriore riproposizione al pubblico di parti significative del proprio patrimonio documentario, il MAMbo non solo torna a rivisitare alcuni episodi cruciali della sua storia, ma offre la possibilità di apprezzare le peculiarità contenutistiche e stilistiche dell’opera di Antonio Masotti, il fotografo che, nel corso di vari decenni, ha maggiormente contribuito a creare la memoria visiva della Galleria d’Arte Moderna, alla cui storia si intreccia una parte molto importante del suo percorso professionale.
Tra i suoi servizi più noti sono infatti comprese la notissima sequenza della performance Intellettuale di Fabio Mauri, inclusa anch’essa tra le manifestazioni inaugurali della Galleria, che ebbe come protagonista Pier Paolo Pasolini e si svolse il 31 maggio 1975, e i servizi di documentazione della Settimana Internazionale della Performance che si tenne nel 1977.
Benché fosse spesso incaricato di fotografare le inaugurazioni o le mostre già allestite, Antonio Masotti prediligeva seguirne le fasi di preparazione, appuntando il suo sguardo sulle persone al lavoro e sui loro gesti, mettendone in risalto l’impegno fisico e la partecipazione emotiva attraverso inquadrature eleganti, tanto misurate quanto espressive.
Il reportage di Antonio Masotti fu pubblicato sul numero del maggio 1975 della rivista “Iterarte”, intitolata Un museo oggi, che venne equiparato a catalogo della sua mostra. A curare la pubblicazione fu il direttore della Galleria Franco Solmi, che nel suo testo presentava così l’opera del fotografo: “Nella pratica la Galleria d’arte moderna si è trasformata in quel laboratorio che si voleva che fosse. Qui gli artisti han lavorato con le mani, e con loro hanno lavorato uomini di cultura, professori, studenti, operai dei circoli di base che hanno voluto darci il loro contributo disinteressato nel difficile momento della preparazione e della realizzazione del programma. L’obiettivo di Antonio Masotti ha seguito per due mesi questo nostro lavoro cogliendone, con la sensibilità e la prontezza che è propria di questo artista dell’obiettivo, i momenti più significativi. È un reportage a mio avviso straordinario che ha fermato momenti irripetibili, di tensione, di entusiasmo, di inquietudine anche. L’immenso atelier progettato da Leone Pancaldi potrà essere così visto sia nell’ampiezza delle proprie strutture architettoniche, sia come contenitore e laboratorio di attività le più disparate che vi sono svolte in questo periodo di ‘nascita del museo’. Teatro essa stessa, la galleria si è colmata di azioni e di comportamenti a cui Masotti ha saputo dare immagine unitaria, aiutandoci, con il suo intervento, a comprendere meglio il nostro lavoro e contribuendo con la sua visione stupendamente indagatrice e critica a migliorarlo. Molte decisioni, e anche molti ripensamenti, ci son stati suggeriti ‘a caldo’ proprio dalle fotografie che qui son riprodotte, ed è per questo che abbiamo voluto considerarle parte integrante dell’attività inaugurale esponendole in una personale di Masotti che consideriamo un ulteriore contributo di partecipazione, a livello specifico e in senso comunitario, a quanto siamo riusciti a realizzare.”