Le isterocomiche avventure di Martino L’Uterino
presentazione del libro/CD
Presentazione di Le isterocomiche avventure di Martino L’Uterino un libro/CD di Emanuela Biancuzzi, Vittore Baroni e Le Forbici di Manitù (WWW Edizioni / Rizosfera, 2024)
Discussant:
1) Carlo Branzaglia (docente di design per la comunicazione, Accademia delle Belle Arti, Bologna)
2) Federico Montanari (docente di semiologia, Unimore, Reggio Emilia)
1) Carlo Branzaglia (docente di design per la comunicazione, Accademia delle Belle Arti, Bologna)
2) Federico Montanari (docente di semiologia, Unimore, Reggio Emilia)
Presenti:
1) Vittore Baroni (autore, critico musicale, poeta, mail artist)
2) Andrea Landini (musicista fondatore di Forbici di Manitù)
3) Emanuela Biancuzzi (illustratrice, fumettista, pittrice)
4) Paolo Davoli (editor di Rizosfera-NUKFM)
1) Vittore Baroni (autore, critico musicale, poeta, mail artist)
2) Andrea Landini (musicista fondatore di Forbici di Manitù)
3) Emanuela Biancuzzi (illustratrice, fumettista, pittrice)
4) Paolo Davoli (editor di Rizosfera-NUKFM)
Espulso per cattiva condotta, scampato alla radioattività, inconsapevolmente fuori posto in un mondo che non sa che farsene della sua specificità, Martino è un uterino ingenuo e irascibile, incline a sfoghi emorragici, che viaggia nel tempo e nello spazio inciampando in storie non comuni e in bizzarri personaggi, mentre tenta ostinatamente di fare ritorno a casa.
Una donna priva di utero può ancora definirsi donna? E un utero senza una donna è ancora un utero? Cosa accade, socialmente e dal punto di vista fisico-organico, ad una donna senza utero e a cosa serve un utero fuori posto? A questi e ad altri interrogativi medico-metafisici cercano risposta l’artista visiva Emanuela Biancuzzi e l’artista, musicista, critico musicale Vittore Baroni in un volume che si distacca decisamente dagli schemi tradizionali del libro illustrato per intrecciare registri meta-narrativi diversi e molteplici livelli di lettura in una rutilante fantasmagoria di eclettiche soluzioni grafiche e verbovisuali, collocandosi in una terra di nessuno tra libro d’artista e graphic novel.
Il percorso non lineare, solo in apparenza schizofrenico, alterna pagine di grottesca comicità a frammenti di visionaria introspezione, tra schegge impazzite di fantascienza distopica e viscerali dichiarazioni di resistenza animalista. Importanti problematiche medico-esistenziali – i traumi a seguito di un’operazione per cancro, le pressioni sociali su chi non può e/o non vuole avere figli – vengono affrontate con gli strumenti dell’immaginazione e dell’ironia e puntellati con specifici dotti consigli elargiti da esperti altamente qualificati chiamati saggiamente ad esporre i loro significativi punti di svista.
Una donna priva di utero può ancora definirsi donna? E un utero senza una donna è ancora un utero? Cosa accade, socialmente e dal punto di vista fisico-organico, ad una donna senza utero e a cosa serve un utero fuori posto? A questi e ad altri interrogativi medico-metafisici cercano risposta l’artista visiva Emanuela Biancuzzi e l’artista, musicista, critico musicale Vittore Baroni in un volume che si distacca decisamente dagli schemi tradizionali del libro illustrato per intrecciare registri meta-narrativi diversi e molteplici livelli di lettura in una rutilante fantasmagoria di eclettiche soluzioni grafiche e verbovisuali, collocandosi in una terra di nessuno tra libro d’artista e graphic novel.
Il percorso non lineare, solo in apparenza schizofrenico, alterna pagine di grottesca comicità a frammenti di visionaria introspezione, tra schegge impazzite di fantascienza distopica e viscerali dichiarazioni di resistenza animalista. Importanti problematiche medico-esistenziali – i traumi a seguito di un’operazione per cancro, le pressioni sociali su chi non può e/o non vuole avere figli – vengono affrontate con gli strumenti dell’immaginazione e dell’ironia e puntellati con specifici dotti consigli elargiti da esperti altamente qualificati chiamati saggiamente ad esporre i loro significativi punti di svista.
Emanuela Biancuzzi (Cividale del Friuli, 1970) – Artista visiva, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia occupandosi di arte relazionale, progetti didattici legati all’arte contemporanea, eventi culturali, grafica e illustrazione editoriale. La sua produzione artistica, in un’allucinante combinazione di inchiostri, acrilici, collage e tecniche miste, comprende principalmente illustrazioni e immagini per l’editoria, albi illustrati, copertine di dischi, giornali, periodici, sigle animate, scenografie, fumetti underground. Dal 1994 ad oggi ha partecipato a oltre un centinaio di mostre. Ha esposto in Francia, Spagna, Grecia, Croazia, Austria, Slovenia, Serbia e in molte città italiane pubblicando, tra le altre, per AAA Edizioni, Stripburger, Kite Edizioni, VivaComix, Coconino Press, Penguin Random House, Edizioni Passpartout.
Vittore Baroni (Forte dei Marmi, 1956) – Giornalista musicale (Rockerilla, Rumore, Blow Up) e artista, dalla metà dei ’70 si è occupato assiduamente di mail art, poesia visiva e fumetto. Ha scritto e curato vari saggi sulla musica contemporanea e su aspetti delle “culture di rete” che hanno anticipato Internet. Ha organizzato esposizioni, eventi, pubblicazioni e progetti collettivi nell’ambito dell’arte postale, dell’audio arte e della street art. È stato co-ideatore di seminali progetti di networking quali il sistema modulare TRAX (con Piermario Ciani e altri), i nomi multipli Lieutenant Murnau e Luther Blissett, le riviste ad assemblaggio Arte Postale! e BAU Contenitore di Cultura Contemporanea, i Congressi Mondiali Decentralizzati Art Detox 2010 e Mail Art Wave 2022. Da oltre trent’anni fa parte del gruppo musicale Le Forbici di Manitù, con cui ha inciso una quindicina di album per diverse etichette internazionali.
Le Forbici di Manitù – Fondate a Reggio Emilia nel 1983 dall’enigmatico polistrumentista Manitù Rossi e responsabili di una ventina di album per stimate etichette internazionali (Staalplaat, Moloko +, Snowdonia, Silentes, ecc.), Le Forbici di Manitù si trovano a loro agio nei più disparati idiomi sonori, dal rumorismo post-industriale alla canzone d’autore, dal minimalismo elettronico al lounge jazz, muovendosi con disinvoltura tra rock, pop, elettronica e contaminazioni infrageneri.
La formazione sempre mutante delle Forbici di Manitù, per la produzione della ‘spina dorsale sonora’ di Martino, è composta da: Manitu’ Rossi (Kaossilator 2S, Eventide H9, voce), Vittore Baroni (testi), Ignazio Lago (chitarra, basso, percussioni, voce).
La formazione sempre mutante delle Forbici di Manitù, per la produzione della ‘spina dorsale sonora’ di Martino, è composta da: Manitu’ Rossi (Kaossilator 2S, Eventide H9, voce), Vittore Baroni (testi), Ignazio Lago (chitarra, basso, percussioni, voce).