
Album "Baudolino"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Baudolino di Umberto Eco (2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessune pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2000 dall’editore Bompiani. Di Baudolino sono comunque sempre citati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Hartmann Schedel, Liber chronicarum (1493)
Del Prete Gianni riferisce anche una delle cronache quattrocentesche più conosciute, di cui abbiamo già avuto modo di parlare sia nella gallery dedicata a Il nome della rosa che in quella su Il cimitero di Praga. È il Liber Chronicarum di Hartmann Schedel, di cui vediamo qui la pagina in cui viene citato il leggendario sacerdote-sovrano. La vignetta che accompagna il testo, diversamente da quanto riportato in diversi commenti, non rappresenta il Prete Gianni, ma san Tommaso, tradizionalmente considerato l’evangelizzatore delle terre orientali più lontane. Schedel dice infatti che durante la leggendaria - e naturalmente mai realmente verificatasi - visita alla corte papale del 1120 (altre fonti riportano il 1122) lo stesso Prete Gianni riferì a papa Callisto II che san Tommaso aveva ogni anno celebrato il Sacramento della Comunione, conferendola ai degni e negandola a chi non la meritava. La vignetta lascia spazio alla discussione se in questo specifico caso la stia per conferire a un meritevole o la stia negando a un indegno.
Guglielminetti ricorda che in alcune versioni della lettera si dice che le truppe del Prete Gianni, baluardo della cristianità e «capaci con la loro forza d’impedire ai nemici di “distruggere tutto il mondo”», erano «mantenute nel servizio descritto grazie all’aiuto divino, intercessore “Santo Tomaso”, l’apostolo delle Indie, venerato nelle comunità nestorite del Malabar, da cui, per tradizione da tutti accettata, il Prete Gianni traeva legittimità ed autorità» (Marziano Guglielminetti, La lettera del Prete Gianni a papa Martino V (1426). Testo e commento, in Studi politici in onore di Luigi Firpo. Vol. 1: Ricerche sui secoli XIV-XVI, p. 87-108: 103).
Per una traduzione in inglese commentata del Liber Chronicarum si veda la versione digitale realizzata dalla Morse Library del Beloit College della University of Winsconsin. Il testo che abbiamo appena discusso si trova alle p. 546-547.
Hartmann Schedel, Liber chronicarum, Norimberga, Anton Koberger, Sebald Schreyer & Sebastian Kammermeister, 12 luglio 1493.
Collocazione: 16.E.I.1