
Album "Baudolino"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Baudolino di Umberto Eco (2000), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessune pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2000 dall’editore Bompiani. Di Baudolino sono comunque sempre citati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Alfonso Paleotti, Esplicatione del lenzuolo, oue fu inuolto il Signore (1598)
L’ultimo atto della carriera da commercianti di false reliquie di Baudolino e dei suoi compagni è il tentativo, fallito, di spacciare come «Sacro Sudario» di Cristo (cap. 37, p. 483) il lenzuolo che gli accoliti del Diacono Giovanni hanno donato al protagonista e su cui è impressa, grazie a «oli e altre sostanze miracolose» (cap. 30, p. 398), l’impronta del cadavere del Diacono stesso.
Come ben sappiamo il sudario di Cristo, col nome di Sacra Sindone, diventerà nei secoli successivi, e lo è ancora oggi, la reliquia più famosa della cristianità. Alla fine del XVI secolo, a Torino, dove ancora oggi è conservata, viene vista da Alfonso Paleotti, arcivescovo di Bologna, che decide di descriverla nell’opera da cui è tratta questa incisione. Lo scopo è quello di farla conoscere ai bolognesi, grazie a una spiegazione molto dettagliata che aumenti la loro devozione verso un oggetto che pochi possono avere l’occasione di vedere. Affinché il testo abbia massima diffusione fra i cittadini, Paleotti decide di scrivere in volgare e non in latino. Nella Epistola che si trova all’inizio del volume, indirizzata «alle sue dilette anime della Città & Diocesi di Bologna», l’arcivescovo elenca anche le reliquie presenti in città.
Alfonso Paleotti, Esplicatione del lenzuolo, oue fu inuolto il Signore, & delle piaghe in esso impresse col suo pretioso sangue confrontate con la Scrittura, Profeti, e Padri. Con la notitia di molte piaghe occulte, & numero de' chiodi. Et con pie meditationi de' dolori della B Verg.ne., Bologna, eredi di Giovanni Rossi, 1598.