Sabato 1 febbraio ore 21
Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai più di essere, a chi è sopravvissuto all’infanzia e della cui sacralità ha saputo ben poco. Potevo essere io è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile di una periferia milanese. Due partenze, stessi presupposti. Ma finali diversi. Arianna Scommegna è quella bambina che cerca di capire insieme allo spettatore cosa sono state queste due storie, perché, come, e se si sono veramente differenziate, o se invece sono state solo due modi di vivere lo stesso sconcerto. In scena ci sono – pur se non materialmente – anche le persone che hanno attraversato la vita dei due protagonisti: un allenatore di kick boxing, una stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una merciaia di Casal di Principe, una cartomante del quartiere di Niguarda. Un allestimento scarno, le parole, pochi oggetti, con una sola concessione: alcuni video, perché certe immagini evocano e insieme aiutano a non mentire. Il bambino che siamo stati è lì sgranato in super 8, mentre guarda distese di finestre dal nono piano di un palazzo senza balconi e una voce dice: Girati, stiamo girando il filmino. Sorridi!