Korotkie vstreči è solo uno dei vari film realizzati nel 1966-1967, proprio alla fine del Disgelo ispirato da Chruščëv, che hanno come protagoniste donne in gamba, non sposate [...] alle prese con i conflitti tra le esigenze della loro professione e quelle dell’amore, della famiglia o – in senso più ampio – dell’umanità, superando di molto gli stereotipi della femminilità sovietica dell’era staliniana: o Cenerentola o portentosa Amazzone. [...] Nadja, ragazza di paese che fa la cameriera in una tavola calda, si innamora di un giovane con la chitarra, Maksim, e rintraccia il suo indirizzo in città. Si scopre che è l’appartamento di Valentina, membro del soviet cittadino che si occupa di acqua e fognature. Valentina pensa che la ragazza le sia stata mandata per fare la domestica a tempo pieno; Nadja, che tace della sua amicizia con Maksim, accetta il lavoro. […] Vladimir Gulčenko ha osservato che la trama non è tanto un triangolo amoroso quanto due linee narrative parallele che si incontrano da qualche parte oltre la cornice del film. In effetti questo riflette la genesi della sceneggiatura, che Muratova scrisse in collaborazione con Leonid Žuchovickij. [...] La linea narrativa Nadia/Maksim proveniva dal racconto di Žuchovickij Dom v stepi (La casa nella steppa). [...] Ma la Nadja di Muratova, nell’interpretazione di Ruslanova, è un personaggio molto più interessante della diciassettenne magra e pallida di Žuchovickij. È una giovane indipendente con profonde radici nel villaggio natale. Nel film il rapporto più interessante e pienamente sviluppato è quello tra le due donne, piuttosto che tra l’una o l’altra e Maksim. Della collaborazione con Muratova Žuchovickij ricorda: “La mia era la storia di un uomo; apparve chiaro che Kira voleva fare un film di donne”.
Jane Taubman, Kira Muratova, IB Tauris, New York 2005