MaterIA - Tre scrittrici de/scrivono la maternità
incontro | Biblioteca Salaborsa
con Maria Grazia Calandrone, Giulia Caminito, Gaia Manzini in dialogo con Valentina Greco.
Madre non è una descrizione, è una relazione. Sebbene la nostra cultura continui a perorare un’idea di maternità come destino ineluttabile, riassunto nell’abusato detto “di mamma ce n’è una sola”, le possibilità del materno sono tante quante sono le madri. Di questa pluralità dialogheranno con Valentina Greco, storica transfemminista, tre scrittrici italiane, in un incontro che esplora la maternità come esperienza incarnata nella letteratura contemporanea.
in collaborazione con
Salone Internazionale del Libro di Torino
Bologna Biblioteche nell’ambito del Patto per la lettura di Bologna
Biblioteca Salaborsa
Biblioteca Italiana delle Donne/Centro delle Donne di Bologna
Libreria delle Donne di Bologna
Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, insegnante, autrice e conduttrice Rai (ultimo ciclo: Esercizi di poesia), regista per «Corriere TV» dei videoreportage sull’accoglienza ai migranti “I volontari” e “Viaggio in una guerra non finita”, su Sarajevo. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Premi Dessì, Europa, Lerici Pea, Montale, Napoli, Pasolini, Trivio per la poesia, Bo-Descalzo per la critica letteraria. Ultimi libri Serie fossile (Crocetti 2015, Feltrinelli 2020), Gli Scomparsi – storie da «Chi l’ha visto?» (Pordenonelegge 2016), Il bene morale (Crocetti 2017), Giardino della gioia (Mondadori 2019), Fossils (SurVision, Ireland 2018), Sèrie Fòssil (Edicions Aïllades, Ibiza 2019), l’antologia araba Questo corpo, questa luce (Almutawassit Books, Beirut 2020) e il romanzo Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021, semifinalista Premio Strega). Porta in scena il videoconcerto Corpo reale. Ha curato la rubrica di inediti «Cantiere Poesia» per «Poesia» (Crocetti). Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi.
Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 ed è laureata in filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La Grande A (Giunti 2016) con cui ha vinto il Premio Bagutta opera prima, il Premio Berto e il Premio Brancati giovani. Ha scritto due libri per bambini: La ballerina e il marinaio (Orecchio Acerbo 2018) e Mitiche, storie di donne della mitologia greca (La Nuova Frontiera Junior 2020). Il suo secondo romanzo è Un giorno verrà (Bompiani 2019) con cui ha vinto il Premio Fiesole under 40 mentre il terzo si intitola L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani 2021) finalista al Premio Strega e ha vinto il Premio Campiello 2021. Nella vita lavora come editor. È nella redazione di Letterate Magazine e fa parte del collettivo editoriale le Clementine. Ha portato i suoi laboratori di scrittura e lettura in librerie, biblioteche, scuole e carceri.
Giulia Manzini è nata a Milano. Collabora o ha collaborato con varie testate e riviste, tra cui Il Foglio, L’Espresso, Robinson (inserto culturale della Repubblica); Donna Moderna, D di Repubblica, L’Unità, Nuovi Argomenti, Il Tascabile (rivista Treccani) e ha pubblicato i suoi primi racconti in antologie e quotidiani. Ha esordito nel 2009 con la raccolta di racconti Nudo di famiglia (finalista al Premio Chiara), mentre il suo primo romanzo, selezionato al Premio Strega e intitolato La scomparsa di Lauren Armstrong, è uscito nel 2011. Il successivo testo, Diario di una mamma in pappa, è invece un romanzo autobiografico. Nel 2017 ha dato alle stampe il romanzo Ultima la luce per i tipi di Mondadori. Il romanzo Nessuna parola dice di noi è uscito nel 2021 per Bompiani.
Dopo la laurea in Lettere Moderne, dal 2001 al 2010 ha lavorato come copywriter per l’agenzia internazionale Publicis ed è stata coautrice, insieme a Nanni Moretti, Valia Santella e Chiara Valerio, del soggetto del film Mia madre.
Valentina Greco, transfemminista, ha una laurea in Storia Contemporanea, un master in Studi di Genere e un dottorato in Storia delle donne e delle identità di genere. Si è occupata, tra l’altro, di deportazione femminile, violenza di genere, aborto, storiografia transfemminista, corpi e tecnologie.
La poesia è il suo amore, la letteratura la sua passione. Il suo primo ricordo è la madre che la teneva in braccio mentre leggeva e seguiva, per lei che non sapeva ancora leggere, le frasi col dito. Da allora non ha mai smesso di amare le parole.
Tra le sue pubblicazioni: Pensare la ricerca (storica) in una prospettiva transfemminista. Riflessioni ai margini dell’accademia (Napoli 2020); Tra i puntini di sospensione della storia (Roma 2019); Il nodo memoria/storia nel caso della deportazione (Roma 2018); Smagliature digitali (Milano 2018).