IMMAGINARE, PROGETTARE, COSTRUIRE. Open project

Presentazione del libro IMMAGINARE, PROGETTARE, COSTRUIRE. Open project a cura di M. Beatrice Bettazzi e Piero Orlandi (Danilo Montanari editore).

Lucrezia Ercoli in dialogo con i curatori del volume.

IL LIBRO

Nel 1984, nella terrazza all’ultimo piano del Beaubourg, nasceva l’idea di Open Project, una delle prime società di progettazione in Italia, con sede a Bologna. Questo volume presenta le principali opere realizzate nel corso di una attività quarantennale, ma non è un catalogo, è nato dal desiderio di Open Project di riflettere sul passato per costruire il futuro.
Dal gesto coraggioso dei due ingegneri fondatori, Silvio Antonio Manfredini e Romano Piolanti, ben presto la società si è allargata, per comprendere professionalità più vicine all’architettura (architetti e ingegneri-architetti) fino a contare una cinquantina di collaboratori. A cavallo del 2021 le redini dello studio sono state raccolte da Maurizio Piolanti e Francesco Conserva che proseguono, in continuità con chi li ha preceduti, nell’essere open. La loro ricerca mira a coniugare il momento della creatività con quello del metodo. Lontano da ogni protagonismo e da ogni gesto autoriale, il lavoro progettuale è quanto più possibile corale, e la forma è sempre sostanza. Tra i loro progetti il più iconico è la Torre Unipol, divenuta ormai il landmark di Bologna contemporanea, collocata a ridosso della tangenziale, ma le fotografie e i disegni contenuti nel volume presentano anche molto altro: interventi di restyling urbano e di edilizia residenziale, alcuni studentati – sempre più necessari per dare risposte concrete ai bisogni abitativi della popolazione studentesca -, le sedi di aziende – tra cui Bulgari, CNA a Roma, Prometeia a Bologna – e diversi interventi su architetture storiche, come il restauro della Civica Pinacoteca di Cento, la progettazione degli interventi interni all’ex Banco di Napoli bolognese oggi PWC, e anche la sede attuale della Società, l’ex Ospedale della Compagnia della SS. Trinità.