Zemrude Italo Calvino, Le città invisibili, Torino, Einaudi, 1972
É l\'umore di chi la guarda che dà alla città di Zemrude la sua forma. Se ci passi fischiettando, a naso librato dietro il fischio, la conoscerai di sotto in su: davanzali, tende che sventolano, zampilli. Se ci cammini col mento sul petto, con le unghie ficcate nelle palme, i tuoi sguardi s\'impiglieranno raso terra, nei rigagnoli, i tombini, le resche di pesce, la cartaccia. (p. 72)