Orsenna Julien Gracq, La riva delle Sirti, Napoli, Guida, 1990
Qualcosa di losco e infermo alitava nelle vie di Orsenna in quei momenti di stanchezza nuda. Si sarebbe detto che le acque stagnanti che bagnavano le fondamenta della città bassa si ritirassero al lor limite estremo, mettendo allo scoperto quella foresta di pali fangosa e formicolante di febbri malsane che le serviva di base: io mi immergevo con dilettazione in quelle profondità che fermentavano: un istinto mi metteva davanti agli occhi d\'un tratto, come ad un visionario, una città minacciata, una crosta corrosa che stava sprofondando, sotto un passo troppo pesante, in quelle paludi di cui essa era stata il fiore supremo. (p. 55)