Album Pirati: immagini e documenti
In questa gallery abbiamo raccolto sia documenti storici che sono stati fonte e spunto per le narrazioni della Trilogia dei pirati - composta dai romanzi Tortuga, Veracruz e Cartagena. Gli ultimi della Tortuga - sia altri documenti che rimandano ai temi trattati nei romanzi. In piena consonanza con il metodo di lavoro e con la poetica di Evangelisti, ci sembra un modo per accrescere legami e reti fra testi e per suggerire ulteriori spunti di approfondimento e lettura.
I documenti citati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Per una bibliografia aggiornata e completa di Valerio Evangelisti vi invitiamo a visitare il sito a lui dedicato.
Rinnegati e ubriachi
La didascalia della tavola sulla destra, tratta dal già citato Venezia e i corsari di Alberto Tenenti, ricorda un aspetto importante: molti dei pirati barbareschi erano “rinnegati”, cioè cristiani che avevano rinnegato la loro fede (volontariamente, per costrizione, per convenienza...). Alcuni erano schiavi, come Dago (vedi immagine precedente), molti no.
Tenenti prende l’illustrazione, come informa la stessa didascalia, da un libro di Nicolas Nicolay, Le navigationi et viaggi nella Turchia, in cui però (immagine a sinistra) i personaggi sono identificati semplicemente come Li Ebbriachi (Les Yurongnes nell’originale, indicazione che rimane in Tenenti). Nicolay descrive così questa immagine (p. 173 della traduzione italiana citata sotto):
Parimente ui hò messo il ritratto di trè Cinciglioni liquali doppo l’essersi bene imbriacati, con quella lor beuanda che chiamano Sorbetto, ouero doppo di hauere mangiato quella loro polue d’Apione, uanno per la città urlando come cani: & all’hora guai à Christiani che riscontrano per camino, perche portano gran pericolo di rileuare buone bastonate.
Quindi tre ubriachi turchi, pericolosi per i cristiani, diventano, qualche secolo dopo, tre rinnegati rappresentati delle ciurme corsare musulmane. Forse uno slittamento dovuto al fatto che spesso chi reclutava marinai o corsari approfittava dell’ubriachezza dei futuri navigatori per fare firmare contratti d’ingaggio decisamente poco vantaggiosi. Molti si ritrovavano così imbarcati con l’inganno, facilitato dalla mancanza di lucidità indotta dall’alcol.
Nicolas Nicolay, Le navigationi et viaggi nella Turchia, Anversa, François Flory, 1576.
Alberto tenenti, Venezia e i corsari. 1580-1615, Bari, Laterza, 1961.