Album "Noi che gridammo al vento": immagini e documenti
La quarta gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata a Noi che gridammo al vento, pubblicato nel 2016 dall’editore Einaudi.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce a questa edizione, al momento l’unica uscita nelle librerie (in formato cartaceo).
Il romanzo non fa parte della serie dedicata a Sarti Antonio, può piuttosto essere ascritto a quel filone di testi della produzione macchiavelliana che, pur mantenendo lo statuto di fiction, raccontano e indagano eventi cardine della storia italiana, in particolare episodi di criminalità pubblica strettamente correlati alle trame politiche e sociali del nostro paese. Romanzi come Funerale dopo Ustica, la cui lettura chiuderà questo ciclo di incontri, e Strage, al contrario primo testo affrontato dal Gruppo di Lettura e su cui si può consultare una gallery di documenti analoga a questa. Noi che gridammo al vento anzi non solo ripropone alcuni personaggi già visti in Strage, ma si salda strettamente a esso dal momento che le ultime pagine sono ambientate a Bologna il 2 agosto 1980.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Giuseppe Bennici, Piana dei Greci (1875)
L’opuscolo di cui qui vediamo la copertina, datato 1875, ricostruisce la storia del territorio nel quale venne fondata Piana a partire dal XII secolo, quindi ben prima dell’arrivo dei profughi albanesi. Leggendo queste pagine ci si rende conto di come la divisione del territorio - e quindi il possesso del terreno - sia stato il motivo di conflitto ricorrente fra la colonia albanese e i paesi e le città vicine, in particolare Monreale.
Nel Novecento la lotta per il possesso dei terreni migliori per la coltivazione continua ad essere la ragione di uno scontro che si trasfoma in conflitto sociale - con le istanze dei contadini che si oppongono allo strapotere dei latifondisti - più che in una lotta fra le diverse amministrazioni. La stessa festa del Primo Maggio diventa spesso l’occasione per rivendicare il possesso e l’uso delle terre coltivabili da parte dello strato più povero della popolazione di Piana e dei paesi vicini. Una lotta che si incrocia con la storia criminale dell’isola, dal momento che le famiglie più importanti contro cui i contadini si battono sono spesso le stesse che stanno ai vertici dell’organizzazione mafiosa.
Macchiavelli lo esplicita nel Primo intermezzo del romanzo, quando in pagine che stanno fra il saggio e la rievocazione lirica indaga cause e conseguenze dei rapporti fra mafia e istituzioni:
«Questa è la storia di Portella, Professore. La mafia temeva di perdere le terre. Noi volevamo solo lavorarle, perchè le terre incolte sono una bestemmia contro la vita. Soprattutto se ci sono bambini che muoiono di fame» (p. 164).
[G. Bennici], Piana dei Greci nella circoscrizione del territorio di Monreale, Palermo, Gaudiano, 1875.