Figure e paesaggi dell'Ottocento alle Collezioni Comunali d'Arte
mostra | nell'ambito della mostra diffusa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 - 1915
Alle Collezioni Comunali d’Arte sono esposti 23 dipinti rivolti a due tematiche principali.
La prima è dedicata all’Accademia delle Belle Arti, luogo di formazione di quasi tutti gli artisti locali e promotore di due concorsi artistici nazionali, il Curlandese e il Baruzzi. Il Premio Curlandese fu Istituito nel 1785 per volontà del duca di Curlandia (regione situata nell’attuale Lettonia), mentre i Concorsi Curlandesi vennero assegnati dal Senato di Bologna su giudizio di una commissione nominata dall’Accademia, dal 1777 al 1870 e, in seguito, dalla Municipalità fino al 1936.
Nel 1878 lo scultore Cincinnato Baruzzi volle che dopo la sua morte venisse istituito un premio nazionale a suo nome. Ogni anno, in alternanza, un pittore, uno scultore ed un musicista venivano premiati per un’opera di cui avevano presentato il bozzetto. Il vincitore poteva realizzarlo in grande, o tradurlo in marmo, o metterla in scena al Teatro Comunale di Bologna.
Del Premio Curlandese sono esposte le tele Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria (1875) di Raffaele Faccioli e Giovane signora –
Mughetto (1905) di Giuseppe Brugo mentre del Premio Baruzzi sono presentati i due
grandi dipinti Senza lavoro e senza pane – Disoccupati (1895) di Augusto Majani “Nasica” e Idillio fugace (1899) di Gian Emanuele Covelli detto Gaele.
A corredo della narrazione sono presenti inoltre opere che proposte nell’annuale esposizione che si teneva presso l’Accademia, tra cui l’inedita versione della Linda di Chamounix (1857-1861) di Giulio Cesare Ferrari.
La seconda tematica affronta il paesaggio, con numerose opere inedite: ai noti soggetti eseguiti da Luigi Bertelli delle collezioni storiche del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna sono affiancati straordinari paesaggi. In prestito dalla Galleria de’ Fusari sono visibili la Veduta di Castel Gandolfo (1810/15) di Giovan Battista Bassi e un Paesaggio (1840/50) di Ottavio Campedelli.
Grazie a due collezionisti, altrettante opere dialogano inoltre con tele di proprietà pubblica. Uno splendido Paesaggio innevato con San Luca (1880) di Alessandro Guardassoni è collocato accanto al suo Autoritratto (1870 ca.) della
Fondazione Gualandi a favore dei sordi, dove l’artista si ritrae dipingendo proprio la tela qui esposta al pubblico.
Il Ritratto di Petronio Montanari (1815) di Pelagio Palagi nella versione mai terminata delle Collezioni Comunali d’Arte è affiancato dalla versione
completata e donata al committente, ora in collezione privata.
Oltre alle opere in mostra si possono ammirare nel percorso museale i due ampi saloni dedicati in permanenza allo stesso Palagi, il più importante pennello neoclassico locale, la cui carriera internazionale come pittore, architetto, decoratore d’interni, scultore e disegnatore di mobili si concluse a Torino come artista della corte Savoia di re Carlo Alberto.
La mostra è a cura di Isabella Stancari.
Orari di apertura:
martedì e giovedì h 14-19; mercoledì e venerdì h 10-19; sabato, domenica e festivi
h 10-18.30
Visite guidate:
domenica 7 aprile h 10.30
sabato 4 maggio h 10.30
mercoledì 22 maggio h 17
sabato 15 giugno h 17
domenica 30 giugno h 10.30
Ingresso:
biglietto museo (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto)
ingresso gratuito con Card Cultura